Cocaina a Malpensa, così la ‘ndrangheta controllava l’handling
I complici della 'ndrangheta fotografavano i finanzieri che scoprivano la cocaina a bordo. Per due anni le Fiamme Gialle li hanno lasciati fare, poi sono scattate le manette
L’aeroporto di Malpensa si riconferma, per l’ennesima volta, crocevia del traffico di cocaina dal sud America e a finire al centro dell’attenzione ci sono di nuovo i dipendenti infedeli dell’aeroscalo.
Questa volta erano quattro, un dipendente di Sea e tre dell’handling, ognuno con un compito preciso per trasportare i sacchi contenenti la sostanza dall’aereo ad un buco nella recinzione, poco distante dall’area di stoccaggio dei container del catering di bordo.
Sono stati arrestati insieme ad elementi di spicco della cosca Alvaro di Sinopoli al termine dell’inchiesta “La Romana-Fireman”che ha portato all’arresto di 19 persone da parte della Direzione distrettuale antimafia di Roma insieme al Gico di Roma e alla Questura capitolina.
I militari della Guardia di Finanza di Malpensa hanno lavorato a lungo e nel massimo riserbo per seguire, passo dopo passo, il metodo che i quattro si erano dati. Dopo il primo sequestro di 76 kg, avvenuto nel 2014 al termine di un controllo sottobordo ad un volo proveniente dall’aeroporto di Santo Domingo.
I voli su quella direttrice sono sempre sotto la lente di ingrandimento dei finanzieri guidati dal tenente colonnello Giuseppe Bua, ma dopo quel sequestro l’attività delle Fiamme Gialle locali si intreccia con quella iniziata dalla Questura di Roma e della Dda che stavano ricostruendo la composizione dell’associazione a delinquere guidata da Vincenzo Alvaro, Angelo Romeo, Francesco Forgione e Davide Maria Boncompagni attraverso il broker della coca Mauro De Bernardis.
Così i 4 dipendenti dello scalo vengono lasciati “tranquilli” in modo da poter seguire i passi successivi attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali. Tra loro sono sicuri di non essere sospettati e continuano a fornire appoggio logistico per gli Alvaro con altri due carichi (uno da 18 kg e uno da 33 kg) che finiscono, però, sotto sequestro.
L’ultimo carico scoperto dalle Fiamme Gialle, però, crea un particolare siparietto sotto la stiva dell’aereo con i finanzieri che fotografano uno dei dipendenti mentre è intento a scattare foto ai militari che scoprono la droga. Le immagini scattate dai dipendenti corrotti, si scoprirà dopo, servivano a dare una prova del sequestro della partita di droga e ad evitare ritorsioni da parte della cosca o dei sudamericani.
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“un dipendente di Sea e tre dell’handling”
Ma la SEA non è la principale ditta di “handling” a Malpensa? Se no, allora scrivete anche il nome di quest’altra ditta di “handling”.
Saluti,
Mike Colombo
Gallarate
Quando leggo queste notizie automaticamente il referendum per la autonomia Lombarda si trasforma in referendum per la indipendenza della Lombardia….una sorta di mutazione spontanea di autodifesa indotta dal gene Catalano.
W l’Italia Unita (soprattuto questa).