Liberi e Uguali parte dalla “dignità del lavoro”
Anche nel Gallaratese si organizza la nuova formazione della sinistra unitaria che si pone come alternativa al Pd e alle destre

Liberi e Uguali, la nuova sinistra unitaria, si organizza anche sul territorio di Gallarate. Partendo dalle “radici” delle diverse sigle politiche, ma anche da chi si accosta al percorso unitario.
«Molti sono intervenuti dicendo: “non fermatevi al 4 marzo”» spiega Cinzia Colombo, tra i coordinatori della serata. Ovvero: un invito a fare di Liberi e Uguali non solo un comitato elettorale per superare la soglia di sbarramento (come fu in altri casi, come la meteorica esperienza di Altra Europa con Tsipras), ma un progetto politico di lungo termine. alternativa a
Una cinquantina di partecipanti, assiepati nella sala del circolo della cooperativa Cuac di Arnate, luogo simbolo della sinistra a Gallarate. Persone di Gallarate, ma anche dei Comuni confinanti e alcuni un po’ più lontani, come Vergiate.«Era una serata aperta su Gallarate e dintorni, è stata molto partecipata nonostante il periodo ancora di ferie: abbiamo fatto un tour de force con diversi incontri (questa sera, giovedì 5 gennaio, saranno a Varese, ndr) per cercare di favorire la partecipazione, costruire nel tempo percorsi».
Tra gli elementi positivi – secondo i promotori – la presenza di diversi volti nuovi, soprattutto tra i giovani, che si accostano senza essersi riconosciuti prima in altre formazioni. Poi ci sono appunto i diversi “spezzoni” da precedenti partiti e movimenti: Sinistra Italiana (nata a sua volta da Sinistra Ecologia e Libertà, che a Gallarate ha espresso anche un assessore nella lista di centrosinistra, proprio con Cinzia Colombo), a Possibile, (il movimnento di Pippo Civati che a Gallarate ha fatto tappa anche con il suo tour a novembre) ad Articolo 1-Mdp (nelle file gallaratesi c’è ad esempio Rocco De Risi).
Quanto ai temi, dicono di voler «mettere al centro il lavoro, i diritti e la dignità del lavoro, i diritti civili, l’ambiente». «Tanti giovani – continua Colombo – ci hanno anche raccontato la loro esperienza e le difficoltà del precariato, vissute in anni in cui altri li hanno chiamati bamboccioni» (riferimento alla celebre definizione targata Tommaso Padoa Schioppa, negli anni del governo Prodi II).
C’è l’idea del progetto politico, ma ci si confronta ovviamente anche con la scadenza elettorale già vicina. La parla d’ordine delle «candidature partecipate» significa cercare non solo «una rappresentanza di genere ma anche dei diversi territori e di diverse esperienze, con un coinvolgimento nelle vertenze su lavoro, ambiente, diritti». L’idea cioè di schierare persone impegnate su battaglie e vertenze di questi anni, che testimonino un impegno e non solo parole d’ordine.
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