Caso Molina, «chiuse le indagini su Campiotti e Airoldi»

Lo conferma l’avvocato dell’ex presidente del Cda Pietro Romano: «La sua posizione stralciata in altro fascicolo»

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Le indagini che vedono al centro di un’inchiesta per peculato in concorso l’ex presidente del Cda della Fondazione Molina Cristian Campiotti e l’editore Lorenzo Airoldi sono concluse.

Lo ha reso noto il legale di Campiotti, l’avvocato Pietro Romano, che ha annunciato la posizione del suo cliente come “stralciata” dall’indagine principale e ora inserita in un nuovo fascicolo.

«Le indagini proseguono, ma non per il mio cliente», ha spiegato l’avvocato Romano, che giudica in maniera positiva l’evolversi della vicenda processuale che ha messo la fondazione che gestisce la casa di riposo dei varesini nell’occhio del ciclone.
Questa posizione della difesa arriva dopo la richiesta di avocazione delle indagini inviata alla Procura generale di Milano seguita all’annuncio – trasmesso in diretta facebook da Varesenews a gennaio – di voler chiedere alle procura varesina un “cambio di passo”, per dimostrare l’estraneità di fatti del suo cliente.

La richiesta di avocazione è avvenuta a fine gennaio. «Il 7 febbraio la Procura di Varese ha comunicato a quella di Milano che “in tempi brevi” – cita testualmente Romano – avrebbe proceduto alla chiusura delle indagini. Chiusura che mi è stata comunicata tramite posta certificata questa mattina, venerdì». Lo stesso Romano, che inizialmente difendeva anche Lorenzo Airoldi, conferma la chiusura indagini anche per quest’ultimo.

Cosa succederà ora? La chiusura delle indagini è di fatto l’avviso all’indagato della conclusione delle indagini preliminari, un atto che prevede entro 20 giorni la possibilità delle difesa di produrre memorie o di richiedere all’indagato di venir interrogato. «Ma è quello che abbiamo chiesto da subito, e per questo l’invito alla Procura rimane ancora valido – spiega l’avvocato – . Del resto per accorciare i tempi di questo procedimento e certi della nostra estraneità ai fatti, a suo tempo non impugnammo neppure il sequestro delle documentazioni, nè ci rivolgemmo al Riesame».

A sostegno dell’impianto difensivo, Romano ricorda una recentissima sentenza della Cassazione Penale che ha escluso la competenza della Corte dei Conti sui bilanci delle fondazioni poiché si sostiene che siano enti di diritto privato.

E qui sta il punto: il peculato, reato contestato a Campiotti, riguarda gli investimenti in obbligazioni della Fondazione a favore di Rete 55 evolution spa, per cui risulta indagato anche l’editore Lorenzo Airoldi, e della milanese Mata spa.

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Pubblicato il 27 Aprile 2018
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