Limonov a Varese: “Putin? Un moderato”

Scrittore, politico o sovversivo a seconda del periodo della sua vita che si vuole prendere in considerazione. È stato anche a Varese per il tour di presentazione del suo libro “Zona industriale”

Eduard Limonov andrea mascetti

Emmanuel Carrère ne ha scritto la biografia e lo ha consegnato alla storia. Lui, di contro, quel libro non lo ha neanche letto ma è felice di raccogliere i frutti della fama che il best seller gli ha regalato.

Eduard Limonov, scrittore, politico o sovversivo a seconda del periodo della sua vita che si vuole prendere in considerazione, sta girando l’Italia per un tour di presentazione del suo libro “Zona industriale”.

È stato da protagonista sul palcoscenico del salone del libro di Torino e a Roma ma nuovi appuntamenti sono già fissati a Milano, Firenze e Ferrara. In mezzo, l’editore Sandro Teti, ci ha infilato una tappa proprio a Varese, nel borgo di Penasca (San Fermo) a Varese, all’interno del circolo “Ra Ca’ dur Barlich” con l’organizzazione dell’associazione Terra Insubre e Andrea Mascetti.

Eduard Limonov andrea mascetti sandro teti

Quello di Limonov è un tour di provocazione, lo ha detto lui stesso a Varese: «chiedetemi qualunque cosa, io risponderò». È così che sono uscite alcune delle iperboli che hanno caratterizzato il personaggio.

Putin, ad esempio, per Limonov «è un moderato, io sarei molto più deciso». Gli Stati Uniti? «dopo le guerre e la caduta dell’Urss si sono eretti a gendarmi del mondo come un nuovo impero romano. Gli Usa sono un paese pericoloso e senza democrazia. Loro sono il vero aggressore a livello mondiale e spero che tutti i messicani scavalchino il muro per frantumare gli stati Uniti in 3 o 4 stati e renderli innocui. Però anche la loro epoca è finita: ora c’è la Cina, che non è meno pericolosa».

Limonov ha anche raccontato il suo rapporto con Carrère: «l’ho conosciuto negli anni ‘80 a Parigi, poi ci siamo rivisti dopo molto tempo a Mosca nel 2006. È stato un’intera settimana con me e, a dirla tutta, mi ha anche seccato molto. Poi mi ha richiamato e ha detto che voleva scrivere un libro su di me. Io non lo avevo preso sul serio e quel libro non lo ho neanche finito di leggere. Non mi sarei mai aspettato che diventasse un best seller. Comunque gli sono grato qualsiasi cosa ci abbia scritto, mi ha rivitalizzato».

Dopo l’incontro con la stampa lo scrittore si è fermato per un aperitivo aperto al pubblico.

Tomaso Bassani
tomaso.bassani@varesenews.it

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Pubblicato il 14 Maggio 2018
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