Da Bosto all’India: tra gli ultimi, da padre Jeeva

Terza tappa del viaggio dei parrocchiani di Bosto: ora sono all'interno dell'India, in un villaggio poverissimo dove però regna la gioia

Da Bosto all'India: seconda tappa

Terza puntata del viaggio in India di otto parrocchiani di san Michele Arcangelo di Bosto, intrapreso per incontrare alcuni bambini adottati a distanza.

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Da Vijayawada ci siamo diretti verso l’interno dell’India nel villaggio dei pescatori, che hanno trasformato i campi di riso in bacini d’acqua per creare dei vivai per i pesci, che sono piu’ redditizi economicamente.

Lasciamo la citta’ ed ad ogni chilometro tutto cambia: le case diventano piu’ semplici fino a trasformarsi in capanne.  Arrivati al villaggio Mandavalli veniamo accolti da padre Jeeva con tanta gioia di vederci, dai bambini e dalle persone del villaggio: per loro e’ un grande onore ricevere ospiti, l’ospite e’ sacro. Pensate che a tavola prima mangia l’ospite e poi le altre persone: a noi puo’ sembrare tutto troppo esasperato, ma bisogna accettare i loro usi e costumi.

I bambini ci abbracciano, ci stringono le mani, vogliono sapere il nostro nome e comunicarci il loro. Qui tutto e’ gioia, ma ai nostri occhi e’ veramente difficile accettare quello che vediamo, tutta questa poverta’ ci sembra insopportabile.

Accompagnati dai bambini facciamo un giro nel villaggio: quanta tristezza nei nostri occhi, ma lo sguardo sereno dei bambini, degli anziani e la gioia di tutte le persone nel vederci ci trasmette una grande carica. Dentro noi viaggiatori nasce un unica domanda: “cosa possiamo fare per loro?”.

Durante la giornata della festa dell’Indipendenza Indiana arrivano al villaggio centinaia di bambini su furgoni, tuc-tuc e mezzi di fortuna, siamo immersi in un atmosfera unica, avvolti da centinaia di abbracci. I nostri occhi stanno vedendo qualcosa di indimenticabile, una serie di sentimenti si intrecciano, emozione, felicita’, tristezza.

Arrivata la sera i bambini vanno a dormire: vediamo questa stanza, molto umida, con delle stuoie per terra e una coperta per ognuno, che tristezza! Ma subito, pensiamo tornati in Italia, di trovare dei soldi per acquistare qualche brandina.

Le cose da fare qui sono moltissime e padre Jeeva, il parroco di questi villaggi, deve andare per priorita’: il cibo, la scuola, gli abiti per tutti, le coperte. Pensate che da poco e’ riuscito a fare delle toilette per i bambini, prima non esistevano.

Prima di chiudere vorremmo presentare padre Jeeva, un sacerdote che vive in poverta’ tra gli ultimi. La sua casa e’ veramente semplice, chi non ha una capanna dorme da lui, fa mangiare centinaia di bambini grazie alla provvidenza, la sua giornata comincia alle cinque del mattino e termina dopo mezzanotte. La sua veste è logora e lui gira per i villaggi in bicicletta.

Le persone lo amano: due anni fa e’ arrivato in questa parrocchia con 13 villaggi e le chiese erano vuote, oggi la gente riempie tutte le chiese e molte volte assiste alle messe all’esterno perche’ non c’è piu’ posto.

Anche noi viaggiatori andiamo a riposare: nei nostri pensieri rimangono i sorrisi dei bambini, i loro occhi e la loro voglia di vivere, riusciremo ad aiutarli? Certamente… e incominciamo a sognare il loro futuro migliore.

I viaggiatori

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Agosto 2018
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