“Figure Urbane” sul libretto del festival

Pubblichiamo le considerazioni di Bruno Belli, neopresidente dell'associazione "Prospettive Culturali" sul libretto che illustra il programma di Nature Urbane

Generico 2018

Pubblichiamo le considerazioni di Bruno Belli, neopresidente dell’associazione “Prospettive Culturali” sul libretto che illustra il programma di Nature Urbane

Finalmente, ieri mattina, con ben quattro giorni di ritardo dall’inizio del Festival «Nature Urbane», l’appuntamento che dovrebbe essere il volano della cultura cittadina, secondo le affermazioni dei nostri amministratori locali, trovo con mia gioia il libretto che dovrebbe divulgare con pertinenza l’intero programma.

Comincio a sfogliarlo, a leggerlo qua e là, quando, improvvisamente, cominciano ad affastellarsi ai miei increduli occhi una serie di macroscopici errori che, nel massimo mezzo di divulgazione di un festival che l’Amministrazione comunale eleva a punta massima della programmazione culturale, per mezzo di proclami e di peani inneggianti alle «magnifiche sorti e progressive» da lei intraprese, sarebbero da evitarsi come la peste del 1630 per i «buoni Lombardi» di manzoniana memoria…

Noto, infatti, con piacere, alcune ville che non erano presenti nella precedente edizione e guardo con viva curiosità le immagini delle stesse. Peccato che, nelle due facciate che riguardano «Villa Concordia» trovo, nella prima, la villa, e nella seconda, un particolare che appartiene, invece, a «Villa Carabelli Gervasini» presentata qualche pagina prima. Guardo meglio ed è proprio la stessa precisa immagine utilizzata per due ville diverse (vedi foto sopra), tra l’altro costruite in epoche affatto differenti, come dai particolari balza all’occhio.

Ma non finisce qui: cerco, nell’indice, gli argomenti e, purtroppo, non mi ritrovo. In poco tempo, ho chiara la situazione: tutte – dico tutte – le pagine segnate nell’indice sono sbagliate, partendo da «Educazione al paesaggio» che si dovrebbe trovare a pag. 54, ma che, invece, è situata a pag. 57; quindi, «Percorsi tra arte e natura», segnata per pag. 56, quando, invece, si trova a pag. 59 e così via, fino all’ultimo «Sapori e saperi del territorio» che, invece di essere nella pagina 71, come da indice della pubblicazione, è a pag. 74.

«Dulcis in fundo», per tralasciare qualche veniale refuso di stampa, la grammatura della copertina è minore di quella delle pagine interne. Ora, è mai capitato ad alcun lettore di trovare una copertina che, volgarmente detto, pesi meno di una pagina interna del volume? Ed, infatti, la mia copia comincia a presentare le classiche alette e ad imbarcarsi.

Mi chiedo come sia possibile che, per il libretto – programma di riferimento che dovrebbe accompagnare i 10 giorni di un festival sul quale l’amministrazione sembrerebbe puntare al massimo – si incorra in tali pedestri errori, indice di una rilettura affrettata, o di una non rilettura. Al presunto turista che dovrebbe venire da fuori città, come è possibile che la massima istituzione cittadina si permetta di offrire tale pubblicazione che dovrebbe essere la guida, il fiore all’occhiello della manifestazione stessa?

Purtroppo, a me, cui è stata più volte attribuita un’eccessiva critica nei confronti dei presenti amministratori, o, più in generale dei politici, questo non serve che a confermare, un’altra volta, come l’attuale amministrazione così solerte nel volere «educare» i cittadini, così sicura di se stessa, all’atto pratico, si dimostri, in realtà, spesse volte, un poco pasticciona.

Che, in effetti, se tutta la progettazione dell’Assessorato alla cultura verte sull’annuale Festival, certe «figure» andrebbero evitate come la peste. Dimostrare un’effettiva attenzione, si rende tanto più chiara quanto attenta al minimo ammennicolo.

Certi pedestri errori, che un qualunque redattore «alla prime armi» avrebbe evitato perché messo in guardia da guida esperta, suonano, semplicemente, come poca attenzione od approssimazione in quello che si fa. Fare per fare non significa alcunché. Fare bene, invece, sì.

Forse, di fronte a tante amenità, posso capire perché l’Assessore alla cultura non abbia firmato la «Prefazione», lasciata solo al Sindaco.

Bruno Belli
Giornalista e Presidente di «Prospettive culturali» Associazione libera di progettazione, promozione e tutela
del Patrimonio culturale pubblico e privato

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Pubblicato il 25 Settembre 2018
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