Varese potrebbe diventare la mobility valley

L'idea è stata lanciata da Gion Baker ceo di Vodafone automotive spa. «Abbiamo 40 anni di esperienza e connettiamo già 18 milioni di veicoli in Europa»

vodafone automotive

Quando c’è di mezzo una valley, tutti pensano a quella californiana, legata al silicio. Con un po’ di ambizione anche la provincia di Varese potrebbe diventare una valle famosa per una particolare tecnologia legata alla mobilità. A lanciare l’idea è Gion Baker, ceo di Vodafone Automotive spa, tedesco trapiantato 12 anni fa all’ombra del Sacro Monte. «Credo che qui si possa realizzare la mobility valley – dice il manager -la catena di competenze per farlo ci sono perché abbiamo 40 anni di esperienza e da noi lavorano 900 esperti di automotive che connettono già in Europa oltre 18 milioni di veicoli».

In attesa di realizzare la mobility valley, Vodafone Automotive ha già avviato un think tank con 30 aziende specializzate in mobilità. Nel frattempo la sua tecnologia, dopo aver colonizzato 52 paesi, è arrivata anche in India. Tra i partner industriali può vantare ben 35 grandi case automobilistiche tra cui Toyota, Porsche, Audi, Volkswagen, Ferrari, Citroën, Tesla e Mercedes, solo per citarne alcune. L’azienda di Varese è in grado di garantire standard di qualità molto alti grazie ai suoi laboratori dove si effettuano 80mila ore di test all’anno sul prodotto che viene analizzato e sezionato per comprendere meglio i limiti di tenuta dei materiali. Nello stabilimento di via Astico, tra i tanti laboratori che simulano le condizioni di stress a cui sono sottoposti i vari dispositivi, c’è n’è uno per sperimentare l’effetto dei campi elettromagnetici, uno dei pochi in Europa all’interno di un’azienda.

«Quando parliamo di mobilità – conclude Baker – il valore si è spostato dal veicolo in quanto tale ai servizi che oggi significano connettività a tutti i livelli perché anche l’auto convergerà in Internet delle cose. In questa prospettiva è fondamentale la rete di comunicazione perché la macchina dialoga con le infrastrutture. E una strada intelligente vuol dire sicurezza che è la nostra missione principale».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

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Pubblicato il 05 Ottobre 2018
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