Da bancario esodato a insegnante soddisfatto
Alberto Cerea , dopo 36 anni passati in banca fino a ricoprire il ruolo di direttore di filiale, è stato inserito tra gli esodati. Oggi con la First Cisl va nelle scuole elementari e medie di Como e Varese a fare lezioni di finanza a 800 studenti
Quando un piemontese deve fare un saluto di commiato per separarsi da qualcuno, allora si congeda con un bel «cerea». Non è dato di sapere come si sia accomiatato dalla sua banca Alberto Cerea quando gli è stato comunicato che il suo nome, dopo quasi quarant’anni di onorato servizio, era stato inserito nella lista degli esodati. Lui si è ritirato in buon ordine, con la consapevolezza che la sua grande esperienza di direttore di filiale potesse servire ancora a qualcuno.
E così, quando è andato nella sede milanese dell’Abi per firmare le dimissioni insieme ad altri quattrocento colleghi bancari, espulsi dal mercato del lavoro con netto anticipo sui tempi, ha realizzato che tutto sommato quella condizione poteva volgere in suo favore. Tra gli esodati in fila per entrare a firmare il verbale, che veniva letto da una giovane bancaria, c’era anche il responsabile delle risorse umane, a sua volta giubilato.
Un sorriso un pò beffardo illumina il suo viso quando racconta questa storia, anche se Alberto non esprime giudizi negativi o positivi sulle scelte fatte dalla banca per cui lavorava. Non per omaggiarla con un estremo atto di fedeltà, quanto piuttosto per la necessità di capire che cosa accadrà con il tempo al settore bancario in Italia e ai suoi 280mila lavoratori.
Al momento però una cosa è certa: Cerea svolge un ruolo sociale importante e altrettanto strategico come quando faceva il direttore di banca. Con altri 8 bancari esodati va a tenere lezioni di finanza nelle scuole elementari e medie delle province di Como e Varese. Un vero e proprio tour che quest’anno toccherà ben undici istituti scolastici, trentasei classi per un totale di ottocento studenti. Niente male per un esodato considerato ormai inutile dal sistema bancario. «È importante partire dai più giovani – dice Cerea – perché è lì che bisogna gettare le basi per una buona conoscenza della finanza, degli strumenti e dei mercati».
Non è un passatempo di cui si potrebbe anche fare a meno, ma una necessità del sistema paese che risulta tra gli ultimi in Europa (Fonte Ocse) in tema di educazione finanziaria. «Noi partiamo dal baratto – continua Cerea – per arrivare al sistema di pagamento elettronico aiutandoci con materiale didattico preparato dalla First Cisl e dal collega Maurizio Locatelli. Quando facciamo fare sperimentazioni rispetto alla spesa che una famiglia affronta, notiamo che i ragazzi ci mettono dentro tutto e solo quando fanno questo esercizio capiscono l’importanza del risparmio».
Cerea non ha recriminazioni da fare ma solo qualche considerazione rivolta ai giovani assunti dalle banche: «Noi siamo stati esodati per due motivi: perché percepiti come un costo troppo alto e perché in grado di esprimere un giudizio critico e motivato su alcune decisioni prese dal management, in particolare sui badget e sulle pressioni commerciali rivolte ai lavoratori. Spero che l’educazione finanziaria serva ai futuri bancari per fare scelte consapevoli anche sul posto di lavoro».
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