Al campo base caffè sospesi e “cammelli”: «Grazie per quello che fate»
L’affetto della comunità si stringe attorno agli uomini che hanno combattuto duramente contro il fuoco

Il primo ad arrivare, già venerdì, è stato un bimbo che accompagnato dai genitori ha voluto portare dei panini ai suoi miti, quegli uomini in divisa che giorno e notte, al freddo, al buio, si arrampicano sulla montagna per salvare quei boschi che sono anche suoi. Sono di tutti.
Sono stati i giorni delle corse e dei Canadair, ma anche dei curiosi che frenavano sulla statale della Valganna per guardare, rischiando di creare incidenti.
Sono stati i giorni dell’impazzimento sui social e di quanti hanno detto, e scritto, di tutto e di più.
E poi sono stati i giorni dei tantissimi volontari che in un clima festivo interrotto da un’emergenza hanno lavorato in silenzio.
Silenzio, e fatica apprezzata da tanti cittadini che in maniera discreta hanno fatto il tifo per queste persone.
Molti hanno lasciato dei caffè sospesi nei bar della zona: «Questo lo lascio pagato per i volontari». Altri si sono presentati ad ore improbabili con cartonate di pizza calda e ieri sera la proloco di Valganna ha organizzato una tavolata all’area feste, mentre una associazione di Induno Olona nei giorni scorsi si è prodigata per servire pasti caldi ai gruppi di rientro dai turni di lavoro, per alternare i freddi panini a qualche forchettata di pietanza calda.
La vera sorpresa è però di queste ore quando nella tenda della Croce Rossa Italiana – che ha allestito anche una sala radio – è arrivato un cabarè di “cammelli”, i dolci di pasta sfoglia tutti varesini, dalle origini ignote, fatti apposta per l’Epifania.
E un biglietto: “Grazie per quello che fate. Che Santa Barbara vi protegga” (nella foto).
Una vicinanza che «ripaga di ogni fatica», dicono i volontari, che insieme all’alta competenza tecnica dei vigili del fuoco e dei carabinieri forestali hanno avuto la meglio sull’incendio.
Ora in tanti guardano la montagna e pensano a cosa si può fare, esattamente come nel 2017, a braci spente, sul Campo dei Fiori
«Ed è questo il punto: quello che bisogna fare per la montagna non può essere il solo lavoro in emergenza, come quello di questi giorni. Ciò che ognuno di noi deve avere ben presente riguarda la prevenzione degli incendi, la pulizia delle strade forestali e del sottobosco», diceva all’alba uno dei coordinatori delle squadre di protezione civile dell’Associazione Nazionale Alpini, Stefano Fidanza, di Brinzio.
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