Dal fuoco al gelo, la lunga lotta per spegnere l’incendio sulla Martica
La cronaca della giornata di venerdì dove hanno lavorato vigili del fuoco e volontari per combattere le fiamme che nella notte rimangono sorvegliate da alcune squadre sul posto. Si riprenderà all'alba coi voli
Dalle prime luci dell’alba fino al tramonto. Come nelle battaglie di una volta, anche la lotta contro il fuoco segue il ritmo del sole. Il campo di battaglia è quello del Monte Martica dove dalla serata di giovedì 3 dicembre un violento incendio sta divorando il bosco. 150 ettari sono quelli mangiati dalle fiamme nell’ultimo conteggio, ma il numero è destinato ad aumentare perchè la montagna brucia ancora.
È stato solo al tramonto che si è capito che, almeno per oggi, il fuoco non poteva dirsi sconfitto. Un lungo pennacchio di fumo lucente si è palesato tra i monti, in quel vallone in cui per tutto il giorno ha infuriato la grande battaglia. Il fuoco che nella notte ha risalito il versante del monte tra la Rasa e Brinzio, questa mattina si è infatti trincerato in una impervia valle. Un canalone in cui da un lato è stato cinto d’assedio dagli uomini e dalle donne dell’antincendio boschivo che hanno cercato di limitarlo con linee tagliafuoco e dall’altro è stato bombardato d’acqua da due Canadair e tre elicotteri.
Ad un certo punto si è anche creduto di averlo sconfitto e che tutto sarebbe rientrato entro il calar del sole. Nel campo base a San Gemolo, Valganna, per un attimo tutti si sono anche dimenticati del freddo che dalla mattina non ha mai allentato la sua morsa. Ma poi il vento è cambiato, letteralmente. Una pioggia di cenere e l’odore acre di bruciato sono stati l’anticipazione di quello che da lì a poco sarebbe successo: le fiamme sono state spinte anche sui versanti che si credevano ormai bonificati, sotto gli occhi sgranati di chi ha sudato per ore su quei pendii. Certo, ora la situazione non fa più così paura come ieri notte quando il fronte delle fiamme era vastissimo ma quel pennacchio che si innalza nel canalone farà passare un’altra notte insonne a qualcuno.
E mentre i volontari che per tutto il giorno hanno guardato in faccia il fuoco rientravano sul terreno ghiacciato del campo base, proprio guardando quella luce che illumina il centro della montagna tutti hanno capito che la battaglia avrebbe richiesto un giorno in più. E in pochi si sono tirati indietro. Per sabato mattina sono già confermati un centinaio di volontari che alle 7 del mattino si ritroveranno sempre su quel terreno gelato, pronti per andare a fronteggiare il fuoco.
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