L’investitore: «Non l’ho vista»
L’uomo, quarant’anni, esercente, stava andando al lavoro. È indagato per omicidio stradale
Non era ubriaco, né è stato trovato positivo al test per accertare l’uso di droghe. E secondo il suo legale, l’avvocato varesino Pier Paolo Caso, «non aveva neppure in mano il telefono cellulare, che gli è stato sequestrato, come da prassi».
L’unica telefonata fatta stamattina presto dal quarantenne esercente che abita fuori Varese ma con negozio in città risale – secondo l’avvocato – ad appena dopo l’incidente, e al 112, per chiamare i soccorsi.
«Non l’ho proprio vista», ha detto l’uomo agli agenti della polizia subito arrivati sul posto stamani da poco passate le 7 per il terribile schianto lungo la via XXV Aprile a Varese dove ha trovato la morte la donna di 69 anni.
Il conducente della Smart è stato denunciato per omicidio stradale e la patente gli è stata sospesa.
«Era sotto choc, pesantemente affranto, e continuava a ripetere di non averla vista, e che sembrava gli fosse caduto un albero sulla macchina», conclude l’avvocato Caso.
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L’ennesimo atroce investimento mortale! È una strage, e tutto perché non si rispetta il codice della strada. Io attraverso sempre sulle strisce con estrema prudenza: non mi muovo finché non vedo l’auto ferma, ma vi assicuro che gli automobilisti che mi danno la precedenza, a cui pure avrei diritto come pedone, sono rarissimi. L’investitore non sarà stato ubriaco e non avrà usato il cellulare, ma come può dire di non aver visto la poveretta che ha investito? A che velocità andava? Vale così poco la vita di una persona?