«Il lago non è malato grave. Ha ragione il Ministero»
Ats Insubria e Dino De Simone, fino al primo febbraio presidente del consorzio del comuni rivieraschi, spiegano l'"anomalia" dei dati sul Portale Acqua che dichiarano balneabile il nostro lago

Non è poi una svista cosi grande quella del sito del Ministero della Salute sulla balneabilità del Lago di Varese. Ovviamente, non è ancora balneabile, ma la gran parte degli inquinanti più pesanti, come colibatteri fecali e fosforo, sono già nella norma, il che rende il nostro piccolo lago meno inquinato di molti altri. Quindi, come dice il sito del Ministero il lago di Varese, per alcuni aspetti, è davvero già al sicuro dai danni che può provocare l’uomo.
Non è però ancora ora di dichiararne la balneabilità, e la definizione di “balneabile” è l’unica vera scorrettezza tecnica delle informazioni del portale. «Si tratta di un’anomalia del sistema informatico che gestisce il Portale acque, in quanto i dati per il lago di Varese sono inseriti correttamente – spiega ATS Insubria – Le analisi microbiologiche sono nella norma, ma il lago è non balneabile per inquinamento algale, come si vede anche dall’area di colore rosso (per i punti di balneazione balneabili le aree sono di colore verde) e dall’ordinanza pubblicata».
Ma allora qual è il problema del lago di Varese? «Proprio perché i valori relativi ai colibatteri fecali sono regolari, il problema, prettamente estivo tra l’altro, deriva dalla fioritura algale che “mangia” i nutrienti presenti – ha spiegato Dino de Simone assessore all’ambiente del Comune di Varese e fino a settimana scorsa presidente pro tempore del consorzio del comuni rivieraschi (dal primo febbraio la presidenza è a Gavirate) – D’estate poi si innesca lo sdoppiamento del lago in superiore e inferiore. Sul fondo anossia completa: le alghe fioriscono e muoiono, aggravando la presenza di tossine».
A causare l’inquinamento che ancora non lo rende balneabile, dunque, sono più alghe e fiori d’acqua che esseri umani, al momento: un problema risolvibile in maniera meno complessa di quel che si può pensare. «Certo, non immaginiamo che diventi Disneyland – precisa De Simone – Ma sarebbe un segno importante per i cittadini che il lago diventasse balneabile».
Tra i primi passi ci sarebbe «L’Elettrificazione del lago: permettere il passaggio ai battelli dalla mobilità sostenibile» poi usare metodi di “sfoltimento delle alghe”. Progetti che potrebbero essere messi in campo con cifre ragionevoli (si parla di circa 1 milione e 200mila euro per partire con il risanamento): da qui il tavolo regionale, che vede tutti gli attori convinti verso questo obiettivo.
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Questi parlano di elettrificazione di 3 barche in croce quando viene completamente omessa la questione di un chiaro e netto censimento degli scarichi fognari ed illegali nel lago, chiedete a qualsiasi pescatore storico e vi saprà indicare i punti più o meno “critici” del lago, senza spendere 1 milione e 200 mila euro e senza organizzare tavole rotonde.
Anche nella gestione di un banale acquario domestico quando incominciano a salire in modo anomalo elevate quantità di fosforo e azoto, l’alta disponibilità di sostanze nutrienti fa proliferare la forma vegetale più avvantaggiata in queste situazioni, ovverosia l’alga, che riesce a creare una conflittualità quasi immediata contro le altre specie vegetali che piano piano vengono attaccate.
C’è poco da dire…un popolo che non si ribella di fronte a nulla se la merita una classe politica e dirigenziale del genere, sempre pronta a buttare fumo negli occhi. Elettrifichiamo il lago, roba da matti, sembra di sentire Giggino Di Maio.