Varese e il 1944 in un libro di Giannantoni e Tognola
Condurrà l'incontro Robertino Ghiringhelli: l'appuntamento è per sabato 30 marzo, alle 18
Sabato 30 marzo, alle ore 18:00, alla Libreria Ubik di Varese (in piazza del Garibaldino), Franco Giannantoni e Alberto Tognola presenteranno il volume “1944. Ottobre”. Condurrà l’incontro Robertino Ghiringhelli.
Dai documenti ufficiali emerge in modo incontestabile quali furono gli eventi che nell’autunno del 1944 produssero il crollo della 121° brigata Gap “Garibaldi” “Gastone Sozzi” di Varese e le formazioni dipendenti oltre che della banda autonoma militare “Lazzarini” operante nel Luinese per opera dell’Ufficio politico investigativo e della Scuola Allievi Ufficiali della Guardia Nazionale repubblicana.
In entrambi i casi non ci fu alcuna battaglia. Furono degli assalti a colpo sicuro. Tutto dipese dal “cedimento” di un giovane partigiano, Gianfranco Corradi che, sorpreso nella base “garibaldina” di Bodio Lomnago all’interno della villa dell’ex senatore del Regno Piero Puricelli, mentre venivano messi al muro e fucilati i suoi compagni Giuseppe Brusa e Bartolomeo Bai, offrì di collaborare. Minacciato e percosso duramente, permise al nemico, col suo minuzioso racconto, nel corso di un drammatico interrogatorio a Villa Trieste condotto dal capitano Osvaldo Pieroni, di poter individuare e uccidere nella piana di Capolago nella mattina del 5 ottobre 1944 Walter Marcobi, l’uomo di punta della Resistenza varesina e poi, in una progressione senza ostacoli, attraverso connivenze a catena, giungere, due giorni dopo, alla cascina “Gera” di Voldomino, sorprendere ancora nel sonno i partigiani della “Lazzarini” e sterminare dodici, quattro sul poso, cinque a Brissago Valtravaglia e tre alle “Bettole” perché anche Varese finalmente “capisse” di che pasta fosse fatto il fascismo locale.
A oltre 70 anni dai fatti, è giunto il tempo di riaffermare, al di là delle commemorazioni che lasciano fragile traccia, che la Resistenza è stata una moltitudine di storie di uomini e di donne che hanno saputo scegliere, combattere, uccidere, morire, parlare, tacere, sognare, amare. Ma, anche, in qualche caso, pagare il prezzo della scelta compiuta, più o meno consapevolmente, con attimi di estrema debolezza trasformati in un ingovernabile tracollo. Non tutti nella Resistenza sono stati degli eroi. Ci fu chi guardò fiero la morte in faccia invocando l’Italia libera quando gli toccò, chi si piegò e non resse al turbamento e all’angoscia. Non fu una colpa ma certamente un atto che produsse nel tempo profonde lacerazioni, fratture, incomprensioni e lutti. Ciascuno dei combattenti ha vissuto quella stagione come ha voluto, come ha creduto, con le forze ideali che si è trovato.
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