Gavino Sanna: “Il mio legame con Varese, e il vino sardo”

Sanna è astemio, ma è proprietario di una cantina in Sardegna: "Un modo per portare la mia terra nel mondo". E di Varese, cttà quasi di elezione visto che vive da anni a Vedano, dice "Non è vero che non succede mai niente"

Generico 2018

Un incontro informale, in un negozio in via Avigno (Palio Calzature, ndr), con il grande creativo Gavino Sanna: è uno dei primi appuntamenti dell’edizione 2019 della Varese Design Week, che si è aperta proprio nella giornata di venerdì 5 aprile.

Gli argomenti di conversazione sono poco usuali, per un uomo che ha firmato le più grandi campagne pubblicitarie degli ultimi decenni: vino, caricature, e Varese. «La passione per il vino è innanzitutto una sfida con me stesso – spiega –  In tutti i miei anni di pubblicitario la Sardegna non mi aveva mai chiamato per pubblicizzare la mia terra, e quindi non l’avevo mai fatto. Così, quando dei miei amici mi hanno detto se ero interessato a occuparmi di vino, e se volevo acquistare una cantina, ho pensato che questa sarebbe stata un’opportunità doppia: potevo fare la mia campagna a favore della mia terra e dare voce ai suoi valori».

l più celebrato e premiato tra i pubblicitari italiani è proprietario della cantina Mesa, 70 ettari di vigne nel Sulcis che producono Carignano, Vermentino e Cannonau: «Mesa in sardo è il tavolo dove solo le vecchie potevano fare il pane» spiega.

La cantina, simile a un nuraghe, è rivestita di ceramica con i disegni dei tappeti sardi che Sanna stesso ha disegnato e si trova a Sant’Anna Arresi. «Ho fatto produrre 380 mattonelle 60×60 che hanno trasformato la cantina, per parlare della mia terra. Questo è il mio modo di esprimermi».

La parte tecnica della produzione di vino, ovviamente, l’ha lasciata agli esperti, Per lui si è ritagliato una parte più creativa del lavoro: «Sono partito dalle etichette anteriori, che erano una riproposizione in chiave moderna dei nostri tappeti sardi. Nelle etichette sul retro, a spiegare il vino c’è sempre una poesia e mai una spiegazione  classica, né i suggerimenti di abbinamento. Perché questo è il mio mestiere. Raccontare con originalità. Solo i nomi hanno un aspetto pubblicitario e, per me che non bevo vino, sono nati dalla spiegazione fatta da altri, che per me hanno preso la forma. “Buio buio” ad esempio è il vino che sta più tempo in cantina».

Questa è la sua parte sarda, una parte evidente fin dal suo cognome. Ma non tutti sanno quanto Gavino Sanna sia legato a Varese e al varesotto: «Il legame con Varese deriva da mia moglie Lella, che è di Vedano Olona -spiega – Ho cominciato con lei a scoprire ciò che mi piaceva di Varese: attraverso i libri, la musica, comprando le cravatte. Piano piano abbiamo deciso di avere anche una casa a Vedano. Qui ho conosciuto un giornalista con il quale ho pubblicato un libro che metteva insieme articoli e caricature. Ed è nato il mio affetto per questi luoghi».

Nel 2017, Sanna è stato protagonista di una sua mostra di caricature alla location Camponovo del Sacro Monte: «E’ stata una bellissima esperienza per me, perché è stata una sfida con le strutture, che non credevo si prestassero all’esposizione dei miei lavori: erano antiche, con i muri non dritti ed invece le hanno ben incorniciate. E’ stata una bella sfida».

Alla fine, Sanna ribadisce una promessa già fatta in pubblico nella mattina, durante l’inaugurazione della Design Week: «Regalerò una mostra di caricature a Varese – spiega – L’ho promesso questa mattina al Sindaco, perché è il mio modo di ringraziare la città e per rispondere a quei cittadini che dicono che a Varese non c’è mai nulla: non è vero, a Varese c’è sempre qualcosa».

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Pubblicato il 05 Aprile 2019
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