15 giorni di Mongol Rally: Sylvester Pandone alla “bocca dell’inferno”
Dopo quindici giorni di viaggio il trio Sylvester Pandone si lascia alle spalle la Turchia, il Turkmenistan e ora sono sulla strada per Samarcanda

Il trio Sylvester Pandone, composto da Tommaso Cattaneo, Davide Obetti e Gabriele Segrini, è partito per il Mongol Rally lo scorso 20 luglio. Ora, dopo quindici giorni di viaggio, il loro bolide ha macinato 8000km e i ragazzi si sono lasciati alle spalle la Turchia ed il Turkmenistan.
Ci scrivono da una stazione di servizio in mezzo al deserto uzbeko, dove non prende quasi nulla, aggiornandoci sulla loro esperienza. Prima Istanbul, poi il risveglio all’alba con lo spettacolo delle mongolfiere a Goreme, in Cappadocia. Poi gli sconfinati paesaggi desertici della Georgia e dell’Azerbaigian, dove i ragazzi – un po’ delusi – hanno incontrato per la loro strada «solo capre, mucche, maiali, persone che attraversano autostrade, autovelox a non finire, buche e tanta sabbia».
Poi è stata la volta del «magico» Iran. I ragazzi sono rimasti piacevolmente stupiti per l’accoglienza del popolo iraniano: molte persone li hanno avvicinati dando loro il benvenuto, fermandosi a parlare e chiedere di tutto sul loro viaggio. Una famiglia del posto li ha ospitati per due giorni, coinvolgendoli attivamente in ogni momento della loro vita quotidiana:«Ci hanno trattato come parte attiva del loro nucleo e non ci hanno mai fatto mancare nulla, davvero gentilissimi». «Alla fine di questa esperienza contiamo all’attivo 5497 strette di mano, 2749 clacson suonati, 27393 foto con persone, una cassetta di fichi ed un crocifisso», commentano simpaticamente i ragazzi sulla loro pagina Facebook, uno dei canali dove tutti i concittadini possono seguire da lontano il viaggio del Pandone.
Al sedicesimo giorno di viaggio sono alla famosa “Porta dell’inferno”, in Turkmenistan. Dopodiché, trascorsa la notte in tenda nel deserto, sono arrivati in Uzbekistan, sulla via per Bukhara e Samarcanda. Il trio si fermerà un giorno per fare un check-in alla panda, prima di partire alla volta del Pamir. «Il viaggio è meraviglioso, le persone impazziscono per strada quando ci vedono e sono affascinati dal Pandone», raccontano.
«Noi stiamo bene, il Pandone ha qualche acciacchino ma sistemiamo tutto domani, ora siamo in una stazione di servizio in mezzo al deserto. Ciao!», ci scrivono Tommaso, Davide e Gabriele, pronti a dirigersi gli altri paesi della via della Seta, che sembrano aspettare solo loro.
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