In carcere per tentato omicidio l’aggressore di Malnate
Per gli investigatori non si è trattato di un reato d’impeto: l’uomo ha deciso di accompagnare apposta la moglie portando con sé la pistola
Un messaggio, forse una chiamata, da cui è nato un sospetto.
E la richiesta della donna di un’ora per andare a fare la spesa si trasforma in un’occasione: «No, vengo anch’io».
La scintilla che ha fatto scattare il tentato omicidio di Malnate è questa secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri che stanno indagando sui fatti di via Di Vittorio, una via defilata e lontana dai centri commerciali della città dove la Opel Corsa guidata dal quarantottenne di origini albanesi si è fermata.
Qui l’uomo ha esploso un colpo di revolver 7,65 (detenuto illegalmente) al volto della donna che è scappata per venire subito raggiunta dal marito che aveva con sé anche un taglierino: fendenti sulle braccia e su tutto il corpo che hanno portato la vittima all’ospedale.
Fortunatamente tre anziani che stavano facendo l’orto hanno disarmato l’uomo, operaio e con precedenti penali per violenza privata, ora in carcere.
Le indagini sono affidate al pubblico ministero di Varese Anna Zini. Nell’immediatezza dei fatti l’aggressore ha riconosciuto le proprie responsabilità.
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Fantastici ed eroici i 3 pensionati,immagino non proprio giovanotti,a bloccare e disarmare l’aggressore.Quando cesserà la vigliaccheria di volersi imporre sulle donne con la violenza?