Nella fase 2 cresce troppo il numero degli incidenti, l’appello del 112 alla prudenza
Sono stati 1375 gli interventi del soccorso medico nel Varesotto in una settimana. Il direttore Garzena e il sindaco Galimberti: "Ripartenza con ordine per non mettere di nuovo sotto pressione la rete dei soccorsi"
Dopo la cronaca (di cui avevamo parlato qui) arrivano i dati a certificare quello che era apparsa come una netta impressione: con l’inizio della fase 2 dell’emergenza il numero di incidenti è esploso. Sono stati millequattrocento gli interventi del soccorso medico nel Varesotto in una settimana, buona parte dei quali nell’ultimo weekend.(Foto Santimone per Areu)
Proprio tra venerdì, sabato e domenica, in tre giorni si sono infatti registrate oltre 600 uscite sulle complessive 1375. Numeri da “fase 2”, dopo settimane in cui, a causa del lockdown, il ricorso al 112 era notevolmente diminuito.
Queste statistiche spingono le autorità comunali e i responsabili dell’Azienda Regionale Emergenza Urgenza varesina a un appello alla cittadinanza.
«Occorre ripartire con calma – afferma Guido Garzena, direttore del 112 varesino – e occorre farlo per la salute di tutti. Il sistema sanitario è stato ovviamente messo a dura prova dall’emergenza coronavirus e, in alcuni aspetti, è stato anche modificato dalla pandemia. Basti pensare che ora un’ambulanza, prima di uscire, deve prendere tutti gli adeguati accorgimenti. La rete ospedaliera si è adattata alla nuova realtà, ma ogni passaggio è ora a suo modo più difficile. Nella scorsa settimana abbiamo gestito 250 codici rossi e oltre 700 gialli, con incrementi notevoli nel weekend. La voglia di uscire e di ripartire è normale, ma l’appello che facciamo è al buonsenso: evitiamo gli eccessi, scegliamo attività e percorsi commisurandoli al nostro stato di salute».
«Come Amministrazione – le parole del sindaco Davide Galimberti – non possiamo che condividere quanto esposto dalle autorità sanitarie. In città i numeri che abbiamo raccolto in queste settimane sono stati incoraggianti, esattamente come quelli della prima settimana della “fase 2”. Per superare questa emergenza, però, abbiamo bisogno dell’apporto di tutti. Anche nelle piccole cose. Più volte ci siamo trovati a descrivere medici e infermieri come i nostri eroi moderni, impegnati sul fronte di una guerra mai vista. Ora siamo chiamati a stare nuovamente al loro fianco, comportandoci in modo responsabile».
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