Scola canta e porta la croce. Andersson è la croce

L'argentino è il top scorer e l'ultimo ad arrendersi nonostante qualche errore. L'ala svedese invece preoccupa per la sua impalpabilità

Openjobmetis Varese - Acqua San Bernardo Cantù 80-90

MORSE 4,5 – Stecca la serata perdendo il confronto diretto tra i “secondi pivot” contro un vivace Bayehe (che fa molto meglio del titolare Kennedy). Un paio di guizzi – difesa e attacco – in avvio di ultimo quarto ma è troppo poco per girare una partita negativa.

SCOLA 7 (IL MIGLIORE) – Poco da rimproverare al Generale, migliore in campo tra i biancorossi anche se stavolta con più quantità che qualità, nel senso che lascia spesso da parte i ricami per andare al ferro come un trattore imbizzarrito. Ha un difetto: non è l’uomo bionico: qualche tiro corto e qualche scelta sbilenca sono figlie della mezz’ora sul parquet a cantare e portare la croce ma – ci ripetiamo – si merita una vagonata di applausi.

DE NICOLAO 6 – Non è certo lui il problema di questa squadra, anche se in questa occasione ha davvero poco spazio. Voto di stima, come i minuti trascorsi in campo: peccato per lo zero sul tabellino.

JAKOVICS 5,5 – Chiamatelo Penelope, per come fa e disfa la tela biancorossa. Due minuti di trance agonistica fanno segnare il miglior momento della Openjobmetis al di fuori del primo quarto e lo riportano per un momento su quel piedistallo sul quale lo scorso anno salì spesso. Prima e dopo però, tanta fatica, sbavature, palle perse (ben 4) e via dicendo. No, quella sfuriata da sola non può valere la sufficienza.

RUZZIER 5,5 – Un tabellino tutto sommato positivo, se evitiamo di guardare alla voce punti: cinque assist, due recuperi e zero perse sono numeri interessanti per un playmaker che a livello di regia fa il suo dovere. Poi però, in un gioco che si chiama pallacanestro, il canestro ogni tanto andrebbe guardato, altrimenti rimane un esercizio di teoria fine a se stesso. Ok, quelli coi capelli bianchi diranno che Ossola non tirava mai, ma lui la palla la dava a un altro Morse…

La Openjobmetis frena nel modo più amaro: Cantù espugna Masnago

ANDERSSON 4 (IL PEGGIORE) – Più spaesato di Renato Pozzetto-Artemio appena arrivato a San Babila col trattore ne “Il ragazzo di campagna”. Si guarda intorno, prova a muoversi sul parquet senza disturbare, e in effetti non disturba mai la difesa avversaria. É il primo a finire nel tourbillon dei cambi di Bulleri e forse anche questo gli abbassa l’autostima. Ma non può essere una scusante.

STRAUTINS 6 – Avremmo voluto vedere il pallone più spesso tra le sue mani perché, al di là di qualche errore, ci è parso uno di quelli più in palla, più dentro al match con la testa e con il fisico. Solito contributo a rimbalzo, qualche sprazzo offensivo, fisico e reattività dietro: una conferma in mezzo a tanti tentennamenti.

DE VICO 4,5 – Eroe a Bologna, fantasma con Cantù dove compare quasi esclusivamente sul maxischermo per fare la conta dei falli commessi (sì, talvolta molto fiscali, ma tant’è). Ci sono anche sei rimbalzi che però si perdono nelle fatiche di Niccolò, che fin dalla prima metà di gara gira a vuoto (e viene punito anche dal giovane Procida).

FERRERO 5 – Parte bene, con una tripla e un bel canestro in entrata, segnali di grande volontà dopo aver visto alla tv i compagni espugnare Bologna. Poi basta: sta in campo, sgomita e viene punito dagli arbitri, si divora un canestro incredibile in un momento buono per Varese (quegli errori che sembrano, talvolta, una sliding door della partita) e non incide mai. Tra le ali alte fa meglio di Andersson, ma non ci pare cosa da mettere tra i pregi.

DOUGLAS 5,5 – Voto difficile, perché da un lato Toney chiude comunque a quota 21 dimostrando di prendersi responsabilità e di saper fare canestro, di riffa o di raffa. Le percentuali però non sono brillanti e la regia – che Bulleri gli affida spesso – è priva di fantasia e zeppa di palleggi sul posto. Insomma, è un po’ il simbolo della Varese che combina qualcosa con le giocate dei singoli ma che non riesce a costruire di squadra.

Bulleri: “Arrancato nei momenti decisivi, Cantù più cinica”

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 12 Ottobre 2020
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