Distopia e utopia nell’intelligenza artificiale: le riflessioni di Fabio Fossa a Filosofarti 2021

Come l'utopia e la distopia sono strumenti utili nell'instaurare un rapporto tra intelligenza artificiale e umanità? La "sfida" proposta da Fabio Fossa a Filosofarti

Fabio fossa filosofarti 2021

L’intelligenza artificiale che si interseca con l’utopia e la distopia, strumenti «grazie ai quali non deraglieremo dai binari»: martedì 2 marzo lo studioso e filosofo Fabio Fossa è intervenuto con una lectio magistralis nel circuito di Filosofarti 2021.

Fossa ha parlato dell’intelligenza artificiale in termini di autonomia funzionale, ovvero un sistema che «si gestisce da sé, che permette all’essere umano di dedicarsi ad attività più leggere e interessanti». La tecnologia – ha precisato – ha un’ampia portata sociale e filosofica; infatti, ha alla base due paradigmi fondamentali: quello strumentale (del lavoro), secondo cui i sistemi di intelligenza artificiale vanno pensati come strumenti in grado di farci vivere meglio, liberandoci dallo sforzo e dai lavori pesanti, è un sogno antico, presente nelle pagine di Omero e di Aristotele; il secondo è il paradigma della sostituzione, che prevede la creazione – da parte degli esseri umani – degli enti in grado di prendere il loro posto.

«Questi nostri cloni», ha generalizzato, «possono prendere il nostro posto in tutte le attività umane, al punto da esautorare ogni competenza umana: l’intelligenza artificiale è in grado di svolgere le funzioni molto meglio di noi umani, con più precisione», al punto da poter portare a considerare l’uomo obsoleto, secondo il pensiero dispotico, in preda a un totale sentimento di alienazione.

La conferenza di Fabio Fossa, recuperabile sul canale YouTube di Filosofarti

Distopia e utopia, secondo Fossa, permettono di vedere sotto una luce diversa e nuova i fatti del presenti, permettendo di acquisire una maggiore consapevolezza: «I due paradigmi sono strettamente connessi a questi generi letterari». Questo rapporto emerge in maniera esplicita in due ambiti: il lavoro e l’etica.

Riguardo al primo, nell’utopia l’intelligenza artificiale corrisponde alla fine del lavoro, mentre nella distopia c’è il rischio dell’obsolescenza umana, oltre al rischio che «gli stessi esseri umani diventino dei mezzi». Nella caratterizzazione del lavoro è insita una duplicità: una di tradizione ebraico-cristiana, che guarda al lavoro come un fardello di cui l’uomo deve essere liberato, e l’altra che, invece, considera il lavoro come mezzo di affermazione dell’uomo nel mondo (tradizione del capitalismo).

Sull’etica, invece, il punto di partenza sono le capacità logiche messe in pratica ogni giorno dagli uomini per «capire cosa è buono o giusto fare»; i ragionamenti logici vengono imitati e potenziati dall’intelligenza artificiale, insieme all’agire morale. Gli scienziati – ha continuato – usano l’intelligenza artificiale per «creare dei nostri doppi, degli agenti morali superiori a noi per quanto riguarda il giudizio».

Tra intelligenza artificiale e cinema apocalittico, i prossimi incontri di Filosofarti 2021

Tramite l’utopia, dunque, l’umanità può generare «il sogno della società morale perfetta, guidata da prodotti tecnologici che sono in grado di dirci cosa fare»; al contrario, la distopia è «l’incubo di una società in cui noi non decidiamo cosa è giusto o sbagliato, dove noi non siamo padroni di noi stessi e non vige il rispetto del genere umano».

«A livello tecnico stiamo parlando di finzioni – ha concluso – non abbiamo idea di quando ci sarà la possibilità di creare questi enti. Bisogna tenere i piedi per terra quando si parla di automazione del pensiero morale; ma di etica delle macchine dobbiamo parlare, perché noi stiamo già delegando a delle macchine i lavori che richiedono un senso morale».

Gli eventi di Filosofarti vengono proposti live sulla pagina facebook (qui) e caricate sul canale Youtube, dove possono essere recuperate (clicca qui per il programma e trovare le videoregistrazioni).

Nicole Erbetti
nicole.erbetti@gmail.com

Per me scrivere significa dare voce a chi non la ha. Il giornalismo locale è il primo passo per un nuovo, empatico e responsabile incontro con il lettore. Join in!

Pubblicato il 02 Marzo 2021
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.