Prime prove di zona gialla, Varese si prepara a ripartire
Giorno di ripartenza per i bar del centro cittadino tra nuove direttive e speranza per i prossimi mesi
«Forse vediamo la luce in fondo al tunnel». Luca (foto sotto) lo dice mentre sistema tavoli e sedie in Piazza Monte Grappa, nel centro della città di Varese. Ha gli occhi sorridenti, la mascherina sul volto ed è di buon umore. Per le attività commerciali sono stati mesi difficili e il futuro resta comunque incerto, ma la zona gialla regala qualche speranza di ripresa.

La sensazione che si respira girando tra i bar, in un lunedì mattina presto, è quella di una città che ha voglia di ripartire, ma sta ancora rodando i motori. «Siamo all’inizio, oggi è giornata di apprendistato», dice Pierangelo Ghidini titolare del bar AG Caffè sorridendo sotto la mascherina (nella foto sotto con Alberto Ghidini) , mentre i tavolini della sua attività in Galleria Manzoni iniziano a riempirsi e la macchinetta del caffè non si ferma un attimo. «La riapertura è partita bene, ma siamo vicini ai baristi che non hanno uno spazio esterno. Speriamo che presto abbiamo anche loro la possibilità di lavorare, questo è importante, siamo tutti uniti».

Il nuovo Decreto Legge infatti, prevede per la riapertura dei bar in zona gialla delle condizioni, tra le quali la possibilità di sedersi e consumare cibi e bevande su tavolini all’aperto, ma non al banco o all’interno. Una condizione che penalizza molti esercenti e che in una giornata di pioggia, come stamattina ad esempio, può penalizzare anche molti altri.

Una ripartenza a metà, quindi, ma pur sempre una ripartenza. «È bello potersi sedere a bere un caffè in tazzina, è stato emozionante, si torna alle vecchie abitudini e speriamo possa durare», racconta uno studente di diciotto anni mentre fa colazione, seppure non nasconda il timore di tornare in zona rossa e di vedere tutto fermo tutto, un’altra volta.
La paura del Covid infatti, non viene dimenticata. Tamara Azzola del bar Liceum di Varese, ad esempio, sottolinea come ci sia la preoccupazione che queste riaperture siano motivo di assembramenti, soprattuto durante l’ora della sera. «Avevamo voglia di ripartire, seppur sia una ripartenza a metà. Speriamo che ci siano però più controlli per evitare assembramenti e che i clienti capiscono che è comunque necessario rispettare le norme». Altri commercianti spiegano che hanno avuto difficoltà a capire le nuove direttive e che c’è confusione, altri che sono contenti, altri più dubbiosi: «Apriamo sapendo che non è ancora finita e speriamo bene».
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