Tornano in mostra a villa Mirabello migliaia di farfalle
Si tratta di due importanti collezioni, una delle quali appartenuta al tenore Francesco Tamagno, che erano conservate nei laboratori da decenni

E’ quasi arrivata a conclusione l’opera di restauro e allestimento della storica collezione di farfalle, una delle più interessanti d’Italia, ora conservata nei laboratori del Museo civico archeologico di Villa Mirabello.
La collezione è formata da due importanti raccolte, una delle quali appartenuta al noto tenore Francesco Tamagno, tenore piemontese che ha reso grande Varese nei primi del novecento, quando la città era un tempio della lirica, ed è poi vissuto qui nell’ultima parte della sua vita. La sua, che vede esemplari provenienti da tutto il mondo, in particolare da paesi del centro-sud America, ha cinquemila esemplari; la collezione Simondetti è invece formata in gran parte da esemplari italiani.
Per poterle mettere in mostra l’intervento ha previsto un restauro conservativo delle farfalle, il loro recupero, la disinfestazione attraverso il congelamento e il trasferimento in nuove scatole entomologiche, cioè specifiche per questi particolari “oggetti” da conservare.
In parallelo, esperti entomologi stanno eseguendo lo studio sistematico dei reperti, e la loro “cartellinatura”: una attività che offre inoltre lo spunto per procedere alla catalogazione informatizzata dell’intera raccolta in vista dell’esposizione al pubblico, la prima da quando la raccolta è conservata a varese.
Anche le teche regalate, insieme alla collezione, dalla famiglia del tenore sono in restauro: i grandi armadi del diciannovesimo secolo appositamente creati per contenere le farfalle saranno infatti esposti insieme al loro contenuto.
Dopo questo lavoro, finalizzato alla conservazione dei preziosi reperti, il museo procederà anche all’installazione di pannelli didattici nella sala del Museo Civico Archeologico di Villa Mirabello, per la promozione a trecentosessanta gradi della collezione, che per la prima volta sarà visibile in maniera completa.
La collezione, donata dalla famiglia del Tamagno nel 1932, è stata infatti per decenni dimenticata: i varesini di una certa età ricordano solo una piccola esposizione all’ingresso del museo, mai completa, che è stata poi tolta dagli sguardi dei visitatori e portata nei laboratori.
Il progetto che la sta riportando alla luce ha un valore di oltre 20mila euro, per il quale è stato ottenuto un cofinanziamento da parte di Regione Lombardia pari a 14mila euro. Il lavoro è alle ultime battute e, Covid permettendo, potrà essere presentato entro l’estate.
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