Intitolato a uno dei primi skaters varesini il nuovo skatepark di Varese

Lo skate park realizzato nel quartiere delle Bustecche, all’interno del centro sportivo comunale, verrà intitolato a Bernardo Favre: diffuse la disciplina a Varese negli anni '80

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Lo skate park realizzato nel quartiere delle Bustecche a Varese, all’interno del centro sportivo comunale, verrà intitolato a Bernardo Favre, uno dei primi skaters varesini.

La proposta, presentata in giunta dall’Assessore allo Sport, Stefano Malerba su proposta di una privata cittadina, Francesca de Tomasi, di intitolare il nuovo Skate Park di via Ossola, in località Bustecche all’interno del centro sportivo comunale, è stata approvata all’unanimità e il provvedimento di approvazione prevede, una volta acquisita l’autorizzazione prefettizia, di porre nel luogo una targa commemorativa.

Bernardo Favre è stato precursore già negli anni ’80 della disciplina sportiva dello Skatebording, allora ancora poco conosciuta in Italia ed in particolare a Varese, venuto a mancare all’età di 33 anni, il 9 marzo 2000 a causa della Fibrosi Cistica, malattia degenerativa di cui era affetto da tempo.

CHI ERA BERNARDO FAVRE, NELLA LETTERA CHE HA PROPOSTO L’INTITOLAZIONE

Gentile Sig. Sindaco e Gentile Assessore,
di seguito vorrei proporre l’intitolazione del Nuovo Campo Skate Bustecche di prossima apertura in città alla memoria del nostro concittadino Bernardo Favre nato il 25.7.1966 e deceduto il 9.3.2000
Bernardo praticò assiduamente dalla fine degli anni ’80-inizi anni ‘90 uno sport ancora poco conosciuto in Italia ed in particolare a Varese: lo skateboard.
Questo sport, che solo quest’anno è diventato una disciplina Olimpica ai Giochi di Tokyo, nacque in California negli anni ’60 per permettere ai surfisti di allenarsi sulla terra ferma anche in assenza di mare mosso. Negli anni ’80 sempre in California si formarono band musicali che diedero la luce ad un nuovo genere musicale, lo skate punk che prese vita da un particolare stile dell’hardcore punk e che si connotava per un carattere energico e perfettamente in sintonia con le evoluzioni ribelli dello skate. Alla fine degli anni ’90 negli Stati Uniti lo skateboard guadagnò così tanta popolarità da influenzarne la pratica anche in Europa proprio per la sua natura non convenzionale, ambientale, economica che dava l’opportunità di rafforzare muscoli ed ossa e di sviluppare l’equilibrio.
Praticare lo skateboard significava allora come oggi ribellione, creatività, indipendenza.
Non era insolito riconoscere Bernardo Favre tra l’affiatatissimo gruppo varesino che, in assenza di una struttura sportiva, sfrecciava per le strade del centro o si esibiva più recentemente in acrobazie sulla pedana di Piazza Repubblica.
Per Bernardo Favre, amante dello skatepunk, lo skateboard rappresentava sia un momento ludico sia un valido esercizio fisico se è vero che la raccomandazione per i malati di fibrosi cistica di cui era affetto, è quella di esercitarsi in attività aerobiche quali la cyclette o la camminata ma anche in attività che sviluppano la muscolatura e la mobilità; tutte caratteristiche che Bernardo aveva ritrovato in questo sport.
Penso che Bernardo Favre pertanto debba essere ricordato nell’intitolazione del Nuovo Campo Skate Bustecche in quanto di questo sport in città ne fu un precursore e lo praticò non esclusivamente per rafforzarsi fisicamente ma anche come mezzo per accrescere la fiducia in sè stesso e nelle proprie capacità relazionali: tutti valori, questi, che fanno di una semplice attività motoria uno Sport che ha come obiettivi ultimi la promozione dell’integrazione, dell’inclusione, dell’amicizia, del rispetto e fiducia reciproci.
Bernardo Favre ci ha lasciato alla giovane età di trentatrè per l’aggravamento della sua malattia.
Al fratello Simone Favre che può sicuramente confermarvi quanto scritto, rimasero in eredità i suoi skateboards e una rara collezione musicale a testimonianza delle due grandi passioni di Bernardo.
Nella speranza dell’accoglimento della mia proposta, saluto cordialmente.

Francesca De Tomasi

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 20 Marzo 2022
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