“La riduzione del servizio dell’automedica a Luino decisa per aumentare gli interventi chirurgici “

La Presidente del sindaco degli anestesisti AAROI interviene nella questione dell'automatica dimezzata a Luino e chiede misure incentivanti per non indebolire il servizio di soccorso

Scontro in via Pindemonte

«Soccorso in emergenza sul territorio o aumento degli interventi per abbattere le liste d’attesa» È la scelta che si sono trovati di fronte i direttori generali delle Asst della Lombardia secondo Cristina Mascheroni, presidente regionale del sindacato dei medici rianimatori AAROI EMAC che commenta la scelta di ridurre il servizio di automatica a Luino: « Da una parte il servizio del 118 con il medico rianimatore a disposizione per garantire interventi specialistici di emergenza, dall’altro gli obiettivi posti ai direttori generali per l’abbattimento delle liste d’attesa con l’aumento del 10% degli interventi programmati. La Sette Laghi ha optato per le sale operatorie e AREU non ha avuto altra scelta ch ridurre il servizio garantendo l’automedica solo per 12 ore e lasciando l’autoinfermieristica a presidiare per l’intera giornata».

Alla base di questa difficoltà c’è sempre la scarsità di medici rianimatori e specializzati in emergenza urgenza: « Quando è stato creato il servizio del 118, Regione Lombardia ha scelto di coinvolgere medici con la specializzazione in emergenza urgenza per garantire un’alta qualità di cure sul territorio. Una decisione assolutamente meritoria. Purtroppo, però, oggi con la carenza di figure specialiste, questa scelta si sta rivelando difficile da attuare. La coperta è corta quindi occorreva scegliere quale dei due servizi primari garantire. E sono state scelte le liste d’attesa. La Sette Laghi ha messo a disposizione, come previsto da Regione, degli incentivi per lavorare in sala operatoria per recuperare gli interventi sospesi».

I bandi per reperire figure specialistiche vanno praticamente deserti in tutta Italia. Per ovviare alla carenza di medici spesso si ricorre alle cooperative che arruolano anche medici senza specializzazione per coprire alcuni turni in pronto soccorso. Avviene così anche nei presidi periferici della Sette Laghi. Questi medici, però, non possono salire sulle automediche.

« In attesa che le nuove e più numerose borse di specialità mettano fine a questa grave mancanza di specialisti – commenta la dottoressa Cristina Mascheroni – noi crediamo che occorra prendere delle misure tampone. Una potrebbe essere quella di far salire sull’automatica anche gli specializzandi dal terzo anno che possiedono un bagaglio culturale adeguato, in alternativa dovrebbero esserci delle misure incentivanti come quelle previste ora per aumentare le sedute chirurgiche: è chiaro che un medico a cui venga offerto più della metà del proprio compenso per sedute aggiuntive di sala operatoria è più propenso a stare nel blocco operatorio piuttosto che uscire sul territorio in condizioni meteo magari pesanti e in contesti difficili.  Pensare di parificare almeno le indennità permetterebbe di incentivare anche questo lavoro sul territorio che è molto importante».

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 21 Giugno 2022
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