Venerdì a Varese l’ultimo saluto a Karim durante la Preghiera islamica
Il feretro arriverà in Italia all’alba e dopo la funzione in moschea nel capoluogo verrà tumulato al cimitero di viale Belforte. Il padre: “Ringrazio tutta la comunità che mi è stata vicina in questi giorni terribili"

Dolore e vicinanza, il vuoto enorme lasciato da un figlio che manca, ma anche le tante persone che hanno sostenuto in molti modi la famiglia di Yannaouis Damir, il papà di Karim che venerdì mattina prima dell’alba sarà in Svizzera per accompagnare suo figlio nell’ultimo viaggio, quello del ritorno a casa, dalla mamma, il fratello e le due sorelle, dagli amici e compagni di classe e da tutte le persone, e sono tante, che gli vogliono bene.
La funzione religiosa si innesta con la Preghiera islamica del venerdì alla moschea di Varese di via Giusti. «Dopo la Preghiera del venerdì che ha inizio alle 12 verrà recitata la Preghiera per la morte, è l’invocazione che viene dedicata quando qualcuno muore», spiega con grande dignità il signor Yannaouis.
«Alla fine lo porteremo al cimitero di Varese, in viale Belforte: è così che vogliamo». Il via libera al rientro della salma è stato dato dalle autorità svizzere dopo il completamento degli atti seguiti all’esame autoptico sulla giovane vittima morta per le gravissime lesioni soprattutto al capo dovute al rotolamento per più di 100 metri dal sentiero appena abbozzato che dai 2.200 metri della Capanna Scaletta porta nella bassa val di Blenio dove la comitiva di sportivi aderente alla Virtus Bisuschio stava scendendo percorrendo una via alternativa a quella degli altri amici che avevano optato per il sentiero da cui l’intero gruppo era salito in quota quale ora prima.
Una decisione che si è rivelata fatale per Karim caduto quasi subito lungo il tragitto e che ha col corpo colliso contro l’amico e coetaneo di Induno Olona che rimane sempre gravissimo in ospedale; poi in fondo al burrone era finito anche il 13enne svizzero di Mendrisio che si era mobilitato assieme al fratello per prestare i soccorsi e raggiungere i due precipitati: arrivato di corsa dal rifugio ha messo un piede in fallo su di una rivetta erbosa per cadere anche lui di sotto, riportando pesantissimi traumi.
«Non posso fare altro che ringraziare quanti mi sono stati vicini in questi giorni. Quanti hanno sostenuto la mia famiglia e i tanti che hanno pensato a Karim. Grazie a tutti», ha detto Yannaouis Damir.
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