La pioggia bagna l’ultimo abbraccio alla Openjobmetis di Kastritis
I tifosi non hanno mancato la serata dedicata al rompete le righe e sperano in una conferma di Alviti e Librizzi (che si dicono fiduciosi). Bulgheroni: "Il coach mi ricorda Nikolic per la capacità di impostare la squadra"

Squadra bagnata, squadra fortunata. E un po’ – fortunata – lo è stata la Openjobmetis che si è salvata a 20 punti con ben quattro avversarie alle spalle e 8 lunghezze sulle ultime due. Una stagione non certo memorabile, quella 2024-25, per la Pallacanestro Varese che per lo meno ha evitato guai peggiori e che nella serata di martedì 13 maggio ha salutato, come di consueto, i suoi tifosi.
I fans non hanno tradito, nonostante il cambio di sede quasi in extremis proprio a causa del maltempo che non ha permesso di svolgere il “rito” sul lungolago di Gavirate: tutto spostato in via Veratti, al Caffè Broletto, dove la pioggia è arrivata ma per lo meno a intermittenza, bagnando gli oltre 200 cuori biancorossi.
Accorsi per una foto con Hands, con il pollice all’insù alla Fonzie, o con Akobundu Ehiogu, pronto ad accovacciarsi per entrare nelle inquadrature con i bambini, o con Librizzi sempre sorridente e calato nel suo ruolo di “capitano varesino”. Giocatori che, nonostante i risultati altalenanti, sono entrati nelle simpatie del pubblico (anche perché i “superstiti” hanno comunque fatto il loro dovere) e che da oggi sono sulla bocca di tutti per quel che concerne la possibilità di essere confermati.
La società ha intavolato le trattative prima di tutto con Alviti e Librizzi, entrambi sono sembrati molto disponibili e fiduciosi (hanno già contratto, ma si lavora a un prolungamento) anche se per il momento non ci sono notizie ufficiali. Molto più arduo invece trattenere gli stranieri con Hands che – da capocannoniere della Serie A – ha attratto molte attenzioni così come Kao, salito notevolmente di rendimento nell’ultima fase della stagione.
HANNO DETTO
MATTEO LIBRIZZI – «Per me è stata una stagione speciale, in cui sono diventato capitano della squadra della mia città: un onore ma anche una responsabilità forte. Il momento più magico è stata la partita con la Virtus, 28 punti nel primo match da capitano: ho ancora i brividi. Con Kastritis abbiamo imparato a essere più aggressivi. Il futuro? Stiamo lavorando ma sono molto fiducioso».
DAVIDE ALVITI – «A Varese mi sono trovate bene sia in campo sia fuori campo, anche perché amo città di medie dimensioni rispetto alle metropoli. Sul parquet è stata una stagione con alti e bassi, difficile, in cui abbiamo cambiato tanto ma io ho avuto l’opportunità di giocare tanto e di mettermi in mostra. Ringrazio la società e lo staff per questo. Momento bello? Ce ne sono diversi, come le vittorie arrivate dopo i momenti difficili: abbiamo dimostrato di essere solidi».
KAO AKOBUNDU – «Il cambio di allenatore ha portato un nuovo modo di giocare, specie in difesa, nel quale ho potuto sfruttare le mie qualità. Il momento più bello? Quando abbiamo raggiunto la certezza di rimanere in Serie A, una bella festa tra noi giocatori, lo staff e tutti i tifosi felici»
TOTO BULGHERONI – «La salvezza più difficile? Fatico a ricordare le altre ma di sicuro averla raggiunta è stata la soddisfazione più grande di quest’anno. Abbiamo sofferto all’inizio, sbagliato qualche scelta ma solo chi non fa niente non sbaglia. Le persone intelligenti fanno tesoro dell’esperienza. Se in futuro troveremo qualche risorsa in più diminuiranno le difficoltà. Kastritis? Un uomo eccezionale e anche un allenatore che basa le convinzioni su punti fermi importanti e ha fatto capire ai giocatori la sua filosofia. Se devo accostarlo a un allenatore del passato dico Aza Nikolic per la capacità di impostare le basi di una squadra».
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