La querela a Serra potevano risparmiarsela
di Pier Fausto Vedani

L’inflazione di comici e la conseguente quantità industriale di battute che essi offrono a un mercato ormai saturo sono inevitabile limite alla nostra disponibilità a farci belle e sane risate, ma devo dire che la querela per lesa maestà avanzata dalla giunta comunale di Varese contro Michele Serra e "L’Espresso" mi ha ha dato l’opportunità di due sani momenti di allegria.
Il primo quando ho letto l’articolo con il quale Serra sfotte, con sapienza e stile, i nostri amministratori civici per scelte o inazioni relative a problemi, irrisolti, del nostre territorio; il secondo quando la via della guerra legale è stata imboccata a passo romano per punire il presunto diffamatore Serra Michele.
Rispetto l’opinione di sindaco e assessori, mi preoccupa invece che non abbiano risposto ricorrendo a loro volta all’arma dell‘ironia, che di questi tempi qualche danno potrebbe arrecarlo a mass media progressisti che insegnano a destra ma non a manca "come si fa" mentre i loro padroni, tutti miliardari, progettano prepensionamenti e tagli e cure dimagranti per chi li ha serviti con impegno e professionalità.
Democrazia vuole che ci sia spazio anche per iniziative come quella della Giunta, ma dal momento che ci si avventura nel territorio dell’irreale, mi chiedo se un giorno si potrà scomodare un magistrato per chiedergli se può avere fondamento la richiesta di risarcimento danni da parte di cittadini indignati per soldi pubblici male spesi. Resto a casa nostra: pensate a quanto ci è costata la funicolare e ai milioni che succhierà ancora oppure al danno ambientale causato dalla cementificazione di parte del verde di villa Baragiola, per non parlare della fine del progetto del nuovo carcere. Tre piccole isole nel mare di un nulla angosciante. Queste sì sono lesioni all’immagine della città e ai reali interessi della comunità.
Non ne verrà mai chiesto conto a chi amministra la cosa pubblica.
Essendo di norma brava gente spesso confonde l’onorabilità
con la capacità operativa e si ribella quando arrivano critiche, a volte anche ingenerose e graffianti. Il ciclo dei sindaci e degli assessori tolleranti con la stampa è finito con Raimondo Fassa.
A guastare l’atmosfera poi ci si è messa pure la stampa, locale e nazionale. Diceva il mitico Ruggero Orlando che il giornalismo è un mestiere per cretini, ma non tutti i cretini riescono a farlo.
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