Arcumeggia, una scuola di affresco all’aria aperta

Una stagione di eventi per il piccolo borgo in collaborazione con l’Opificio delle pietre dure di Firenze e il Liceo Artistico di Varese

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Gli affreschi di Arcumeggia 4 di 6

Per chi ancora non la conoscesse, è scoccata l’ora di scoprire la bellezza unica di Arcumeggia, un borgo d’arte nel cuore della Valcuvia. Ed è possibile farlo anche quest’anno grazie ad una serie di eventi organizzati dall’amministrazione comunale, in collaborazione con la Provincia di Varese. Questo piccolo villaggio, preziosamente decorato da alcuni dei maggiori pittori del secolo scorso, tra cui Giovanni Brancacci, Remo Brindisi, Aldo Carpi solo per citarne qualcuno, ha festeggiato nel 2006 i 50 anni dal giorno in cui il primo affresco fu dipinto sulle facciate dei palazzi. E l’euforia che ha travolto gli abitanti ha dato un ulteriore impulso al lavoro della “Commissione per la conservazione e la valorizzazione del paese dipinto di Arcumeggia”, che da tempo lavora per permettere al borgo di ripartire, ma anche per incrementare l’interesse nei confronti di questa perla artistica e culturale.

«Sono orgoglioso di poter affermare che abbiamo mantenuto la promessa fatta un anno fa – dichiara in conferenza stampa Giangiacomo Longoni (foto), l’assessore della Provincia al Marketing e all’identità culturale, nonché presidente della Commissione per Arcumeggia -, di investire come provincia in un progetto che ho preso a cuore personalmente, per rilanciare e migliorare una delle mete turistiche sicuramente più gettonate del Varesotto». Largo spazio, dunque, ad audioguide che supportano il turista durante la visita alla cittadina, alla segnaletica specifica e dettagliata, ai percorsi didattici, ad un ufficio di informazione turistico. Ma anche al miglioramento delle strutture ricettive, dell’organizzazione e agli aspetti logistici, un impegno chiaro del sindaco di Casalzuigno Angela Viola (foto).

«Puntare per noi su una realtà così unica come quella di Arcumeggia è fondamentale – continua il primo cittadino – , anche se è innegabile che senza l’aiuto economico della Provincia non saremmo riusciti ad organizzare un’estate ricca come quella che ci aspetta. Traguardi raggiunti in poco tempo, che ci fanno ben sperare per il futuro, potendo contare anche su una collaborazione attiva da parte della cittadinanza». Ma non è il solo pensiero del sindaco Viola: la sua speranza va, oltre che al buon esito delle iniziative, anche alla continuazione di una collaborazione costruttiva con l’amministrazione provinciale: «Alla scadenza del mandato di un’amministrazione così attenta alla nostra situazione, in particolar grazie al lavoro dell’assessore Longoni che ha messo il cuore in questo progetto, il mio pensiero è uno solo: le amministrazioni passano, ma i luoghi no, e non bisogna dimenticarli».

Ma cosa ci propone il paesino valcuviano per quest’estate? Per prima cosa, una collaborazione invidiabile con l’Opificio delle pietre dure di Firenze, uno dei più importanti enti in materia di restauro e di conservazione dei beni culturali italiani. Nelle parole della direttrice, Cristina Danti (foto sopra), tanta soddisfazione per l’opportunità di conoscere e di contribuire alla salvaguardia di questo “gioiellino ambientale”. L’opificio metterà a disposizione per il mese di luglio 5 allievi della scuola di restauro e dei professionisti per uno studio dello stato degli affreschi, per un’analisi puntuale della conservazione e degli interventi da mettere in atto per la loro tutela. Uno scambio culturale tra i professionisti e gli abitanti del luogo, che tanto lo amano e che possono aiutare gli esperti a stendere un programma di conservazione per il futuro.

Inoltre sarà possibile visitare, nella Sangalleria, la mostra d’arte collettiva “Corpo di donna” dal 5 maggio al 2 luglio, un’esposizione che comprende una serie di disegni, tele, sculture e altri lavori incentrati sulla rappresentazione della figura femminile.

Un altro importante evento è una sorta di ritorno al passato: verrà infatti ripristinato il “Corso estivo dell’affresco”, che negli anni Sessanta ottenne un grande successo e importanti riconoscimenti. Organizzato in collaborazione con il Liceo Artistico, da sempre in prima fila per la tutela dei beni culturali come ricorda il preside dell’istituto Paolo Baretti, il corso permetterà, per 15 giorni e a chi è interessato, di condividere la passione per l’affresco, la pittura e l’arte con i docenti: un modo per creare cultura, non solo per trasmetterla. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Maggio 2007
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