Un incontro per rendere sicure le nanotecnologie
Legambiente illustra la sua proposta per il parlamento europeo, in merito a questo campo di ricerca. L'Italia è il paese più restio alla regolamentazione del settore
Le nanotecnologie sono un’opportunità per il futuro, consentendo di manipolare l’infinitesimamente piccolo con applicazioni in tutti i campi, dalla medicina all’ingegneria. Oltre ad essere un’opportunità, però, possono anche rappresentare un rischio, se non vengono controllate.
Sarà questo il tema portante della tavola rotonda organizzata per lunedì 27 presso la sede milanese della Camera di Commercio, con esperti chiamati a confrontarsi sulla redazione di un position paper predisposto nell’ambito del progetto europeo NANOCAP, di cui Legambiente è il partner italiano.
“L’obiettivo dell’incontro di oggi è quello di condividere insieme al mondo delle istituzioni, agli esperti di settore e ai rappresentanti del mondo industriale – dichiara Gianluigi Forloni, presidente del comitato scientifico di Legambiente Lombardia- una strategia convincente per lo sviluppo dei processi e prodotti nanotecnologici, basato sui principi di precauzione e di responsabilità del produttore”. Di fronte ai potenziali benefici di queste tecnologie e a diversi rischi individuati dai comitati di ricerca europei, i deputati del parlamento europeo condividono le perplessità in merito alla mancanza di chiarezza ed informazioni sull’utilizzo dei prodotti nanotecnologici e chiedono la destinazione di maggiori investimenti in progetti di ricerca per valutare il rischio connesso alla possibilità che lavoratori e consumatori entrino in contatto con nanoparticelle e nanofibre prodotte da processi ad alta tecnologia.
Il Parlamento Europeo condivide inoltre la necessità di rivedere entro due anni il quadro normativo in modo che siano affrontate le applicazioni esistenti e prevedibili dei nanomateriali. Sarà necessario garantire che produzione, impiego e smaltimento siano sicuri prima dell’immissione sul mercato attraverso un adeguato sistema di valutazione del rischio durante l’intero ciclo di vita del prodotto, pena il ritiro dei prodotti dal mercato.
L’Italia si è trovata al centro delle polemiche in quanto proprio dal nostro Paese sono giunte le principali manifestazioni di dissenso in merito a questa proposta. “L’atteggiamento pavido degli imprenditori italiani e delle loro rappresentanze è stato finora sconcertante – dichiara Lidia Crivellaro, coordinatrice italiana del progetto NANOCAP – i centri di ricerca pubblici e privati del nostro Paese hanno sgomitato per aggiudicarsi i finanziamenti europei per lo sviluppo delle nanotecnologie, ma la loro voce diventa flebile e timorosa quando si tratta di affrontare il tema della valutazione del rischio e della informazione ai consumatori: in un settore di frontiera qual è quello delle nanotecnologie, irresponsabilità e mancanza di trasparenza rappresentano senz’altro il principale ostacolo alla diffusione delle migliori applicazioni dei derivati nanotecnologici”. In questo contesto, sono diversi i nodi da sciogliere su cui Legambiente pone l’attenzione, esponendoli all’interno del proprio Position Paper presentato oggi durante l’incontro e scaricabile dal sito www.legambiente.org.
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