Al mulino di Salvini per conoscere l’artista
"Il colore per me è come un delirio" di Serena Contini sarà presentato venerdì 24 settembre alle 21 nell’ambito della rassegna “Incontri d’autunno”. Nel corso della serata saranno anche proiettati alcuni filmati che vedono protagonista il grande pittore-mugnaio. Interverrà l’autrice
A vederlo in fotografia, Innocente Salvini ha una aria stralunata, un po’ sognante. Insomma, ha un’aria da artista. Un’immagine che contrasta con quel suo vestire preciso, di un’eleganza sofferta, e forse più in linea con quel contesto bucolico che così profondamente ha influito sulla sua esistenza di uomo e pittore. La doppia vita di Salvini, se così si puo’ definire, trova una piena coincidenza nel documentatissimo libro di Serena Contini “Il colore per me è come un delirio" (Alberti Libraio Editore).
Il mondo di relazioni di Salvini rimanda esattamente quell’immagine sdoppiata, come si evince dal libro dove viene riportato il ricco carteggio epistolare tra l’artista e il collega Siro Penagini e il critico Emilio Zanzi.
I destini del mondo sono i destini dell’arte, indipendentemente dal luogo in cui ci si trova, e il pittore del mulino non si sottrae a questa ineluttabile responsabilità. Lo scambio epistolare di Salvini , soprattutto quello con Penagini, evidenzia il profondo travaglio del pittore costretto tra il suo istinto di libertà e le catene di un’ispirazione che non sempre viene percepita dallo stesso artista come rispondente al reale. Una sensazione che Penagini conosce bene, così bene che in alcuni momenti rappresenta l’unica “medicina” per l’angoscia realista di Salvini.
I destini del mondo sono i destini dell’arte, indipendentemente dal luogo in cui ci si trova, e il pittore del mulino non si sottrae a questa ineluttabile responsabilità. Lo scambio epistolare di Salvini , soprattutto quello con Penagini, evidenzia il profondo travaglio del pittore costretto tra il suo istinto di libertà e le catene di un’ispirazione che non sempre viene percepita dallo stesso artista come rispondente al reale. Una sensazione che Penagini conosce bene, così bene che in alcuni momenti rappresenta l’unica “medicina” per l’angoscia realista di Salvini.
La ricchezza del lavoro curato dalla Contini non sta solo nella quantità di documenti analizzati e accuratamente riportati (sono veramente tanti), ma anche nella ricerca consapevole di un equilibrio tra il lato privato e il lato pubblico dell’artista. Il continuo intrecciarsi dei due mondi, resi «diseguali» – come scrive Enrico Crispolti nella prefazione – dalla presenza di archivi diversi e dall’asimmetria tra le lettere e le risposte dei singoli interlocutori, contribuisce a gettare una luce importante sulla figura di Salvini e sulla collocazione della sua pittura.
Il libro di serena Contini sarà presentato venerdì 24 settembre alle 21 nell’ambito della rassegna “Incontri d’autunno” al Museo-Mulino Salvini. Nel corso della serata saranno anche proiettati alcuni filmati che vedono protagonista il grande pittore-mugnaio. Interverrà l’autrice
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