La Chiesa di Mario Botta sullo sperone del Tamaro
La storia di Santa Maria degli Angeli, costruita tra il 1992 e il 1996. Al suo interno le opere dell'artista Enzo Cucchi
L’imponente rocca, costruita sullo sperone del Monte Tamaro, a quota 1.530 metri, è in realtà una chiesa dalla storia molto particolare. Il progetto di Santa Maria degli Angeli porta la firma dell’architetto Mario Botta ed è stata decorata con i dipinti dell’artista Enzo Cucchi.
Santa Maria degli Angeli è stata disegnata su richiesta di Egidio Cattaneo. «La dedica a Maria – si legge nella presentazione dell’opera – è ovvia in un territorio come quello ticinese dove il culto mariano è così intenso» mentre lo specifico "Degli Angeli" «è derivato dal fatto che, durante la progettazione dell’edificio, il mecenate, avendo perso la consorte, volle dedicarlo alla sua memoria. Si chiamava Mariangela». Costruita fra il 1992 e il 1996, con una struttura di calcestruzzo e rivestimento in pietra di porfido, rappresenta un esempio molto interessante di architettura devozionale contemporanea.
«La cappella – racconta Mario Botta nel libro "Santa Maria degli Angeli sul Monte Tamaro" – si configura come una passerella-viadotto che esce dalla montagna per circa 65 metri. All’estremità di questo percorso si raggiunge un belvedere posto sopra la struttura metallica che sostiene una campana. Da questo punto è possibile, orientandosi verso il monte, scendere lungo il tetto a gradoni dalla cappella fino ad incontrare una scala trasversale al camminamento orizzontale che porta al piazzale d’ingresso della chiesa. Questo è uno slargo rettangolare livellato sulle pendici della montagna e attrezzato verso monte da gradinate che gli conferiscono un aspetto anfiteatrale. Lo stesso spiazzo antistante la cappella è pure raggiungibile con un secondo percorso che si snoda sotto il camminamento orizzontale contenuto da muri laterali che dalla quota di partenza, in alto, porta fino all’ingresso della cappella».
L’intervento artistico all’interno è stato affidato a Enzo Cucchi. Occupa il soffitto della passerella, dove trova posto un lungo cipresso, e il cuore della Chiesa. L’abside di un azzurro intenso propone il tema delle mani in gesto offerente, integrate egualmente nello svolgimento nell’iconografia mariana, distribuita in ventidue formelle poste sopra le finestre. Padre Giovanni Pozzi, cappuccino, insigne studioso delle forme della preghiera e della spiritualità, ha composto le ventidue litanie che Enzo Cucchi ha tradotto in segni suggestivi ed evocativi.
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