Storie di Imprese

Piccolo è ancora bello, parola di Mae Tech

Non sempre crescere di dimensioni per un'azienda è la strada giusta. E non sempre l'internazionalizzazione è l'unica risposta per stare sul mercato in tempi di crisi

mae tech casciago impresa delle meraviglie


Ha quasi quarant’anni, ma di crescere proprio non ne vuol sapere. La Mae Tech snc di Alberto e Luigi Pigatto, azienda artigiana di Casciago che opera nel settore dell’assemblaggio e collaudo di schede ed apparecchiature elettroniche, ha resistito alla bufera della crisi adeguandosi al mercato e alle richieste dei clienti. Quindici collaboratori, compresi i titolari, 700 mila euro circa di fatturato e un mercato di riferimento che non va oltre Monza e la Brianza.

Luigi, come avete fatto a superare la crisi, visto che dipendete esclusivamente dalla domanda interna?

«Ci siamo adattati con flessibilità, seguendo le innovazioni tecnologiche e ricercando sempre l’efficienza perché noi produciamo per conto terzi e lo facciamo ad un prezzo migliore rispetto a una spa. In questi 40 anni il mercato ha subìto una vera e propria metamorfosi sia sul piano gestionale che su quello produttivo: sono mutati i tempi di consegna, la gestione del magazzino, la marginalità e tante altre cose».

Fa prima a dirmi cosa non è cambiato.
..
«Il nostro ottimismo. Gli imprenditori hanno il dovere di essere ottimisti: la fiducia è un nostro elemento costitutivo, anche quando il contesto fa di tutto per fartela perdere».

La politica, ad esempio?

«Beh, la politica per le piccole imprese è a dir poco assente e non solo a livello nazionale. Guardi che io mi ci sono impegnato a suo tempo, ma ogni volta che doveva esserci un cambiamento l’unica cosa che cambiava era quanto dovevano farmi pagare in più di tasse rispetto all’anno prima. Credo che i politici, Monti compreso, non abbiano idea di cosa sia la vita reale. È come se vivessero in un mondo separato. La politica locale invece si vede solo ai tagli dei nastri e nelle foto dei convegni. Non c’è concretezza, dominano l’immagine e le parole».

Prima accennava al fatto che anche le grandi imprese hanno cambiato il loro modo di produrre. Mi spiega in che senso?
«Innanzi tutto se vuoi competere con i mercati emergenti,  come quelli cinese o indiano,  devi avere volumi importanti. Mentre noi rispondiamo a esigenze particolari, dove è richiesta una forte flessibilità e tempi di consegna precisi, perché il cliente non vuole più produrre in proprio dieci schede elettroniche, non gli conviene. Tra i nostri servizi c’è anche la gestione del magazzino esterno per conto del cliente: questo ci consente di non immobilizzare capitali, mentre al cliente permette di controllare meglio la catena di fornitura. Interveniamo anche nella fase di prototipazione ma senza partecipare alla progettazione del prodotto. Le nostre osservazioni nella fase preliminare sono importanti perché permettono di eliminare il gap che c’è tra il progetto e la produzione finale. Insomma, c’è una maggiore collaborazione».

Voi avete scelto di rimanere piccoli, ma con una rete di imprese si può rimanere tali acquisendo maggior potere contrattuale. Che ne pensa?
«Penso che sia un’ottima strada che noi abbiamo percorso con la rete Mech Net. In Italia c’è però un dato culturale che ostacola la formazione delle reti di impresa: l’individualismo degli imprenditori, sempre molto gelosi del loro prodotto e della loro conoscenza. Mentre la rete ti chiede di condividere idee e risorse».

Conosce la scheda Arduino? Qual è,  secondo lei, la ragione del suo successo mondiale?

«La conosco, abbiamo fatto anche dei componenti per quella scheda. La sua carta vincente è la semplicità, il cuore di quella scheda è comprensibile da chiunque permettendo così svariate applicazioni».

Che cosa vuol dire essere oggi artigiano?
«Essere sempre in grado di innovare, avendo in testa tutto il processo produttivo, che è poi l’aspetto che lo rende individualista»

Rifarebbe la scelta che fece nel 1976?
«Sì, ma in modo diverso: meno saldatore in mano e più penna e calcolatrice. Non fraintedetemi però perché a me il mio lavoro piace, ma spesso ne sono assorbito, mentre l’artigiano è un creativo e quindi dovrebbe avere più tempo per pensare».

L’IMPRESA DELLE MERAVIGLIE

CONFARTIGIANATO IMPRESE VARESE


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Scheda dell’azienda

Mae-Tech di SNC
Via Pozzi 33
21020 Casciago
Tel. +39 0332 220119
info@mae-tech.it
www.mae-tech.it

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Pubblicato il 31 Maggio 2014
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