“Non toglieteci altri spazi”: la protesta del Newton

L'arrivo a settembre di nuovi studenti dell'Einaudi prevede alcuni spostamenti che mettono a rischio la qualità della didattica. Sorpresa in Provincia: "Il progetto era concordato"

Protesta all'Isis Newton (inserita in galleria)

Il problema di una scuola può essere risolto peggiorando la qualità didattica di un’altra? È la domanda che si stanno ponendo docenti, studenti e genitori dell’Isis Newton di Varese che, a settembre, dovranno cedere una nuova parte del loro edificio agli alunni dell’Einaudi. Il trasloco di parte della popolazione studentesca di quest’ultima scuola, divisa su tre stabili e in condizioni precarie, è già iniziato qualche anno fa con la liberazione di via Como e l’insediamento nei primi due piani del “plesso B” del Newton. A settembre toccherà al terzo piano: i laboratori dell’istituto tecnologico dovranno lasciare spazio a nuove aule per liberare anche la palazzina di via Goldoni.

« La questione è complessa e riguarda la qualità della nostra offerta formativa – chiarisce il dirigente Daniele Marzagalli – Il progetto iniziale vedeva la cessione dell’intera palazzina in cambio di interventi di riqualificazione e sistemazione di parti del nostro edificio. Ma, a quanto pare, non ci sono i fondi per completare le opere e noi rischiamo di trovarci con una soluzione che non soddisfa la qualità dei nostri attuali laboratori e, quindi, la qualità della didattica».

L’ultima trattativa riguarda il laboratorio di fisica e uno dei laboratori specialistici di chimica: « Le soluzioni prospettate non garantiscono uno standard adeguato: gli spazi presi in considerazione sono inadeguati. I soffitti troppo alti, sono polverosi e molto rumorosi: non si può garantire lo stesso standard».

Il Newton, che oggi accoglie 1500 iscritti tra diurno e serale, aveva aule destinate alla lavorazione che, nel tempo, sono state riviste e ammodernate ma sono ambienti che avrebbero bisogno di forti investimenti per poter essere trasformati in laboratori. Tra le “vittime” della riorganizzazione c’è la sala conferenze Roncoroni che è stata trasformata in aule, la biblioteca che è in attesa di ritrovare un nuovo spazio mentre la sua dotazione è ammassata nell’ex alloggio del custode. Anche la palestra subirà contraccolpi perché sarà a disposizione di entrambe le scolaresche, mentre nei progetti, sostengono a scuola, si prospettava una seconda sala per la motoria.

La trattativa in atto tra Provincia e Newton si è arenata davanti alla constatazione delle difficoltà a soddisfare le richieste dell’istituto tecnologico. Anche il Consiglio di Istituto, riunitosi la scorsa settimana, si è detto contrario al progetto della Provincia, preoccupato delle ripercussioni sulla didattica: « Non dimentichiamoci – sottolinea il preside – che il Newton offre una preparazione agli studenti ricercata dal tessuto economico. Abbiamo l’unico indirizzo plastico e i nostri diplomati non faticano a trovare occupazione. Siamo polo per la meccanica e la meccatronica. La nostra qualità va difesa perché utile al territorio».

Sorpreso della protesta si dice il dirigente della Provincia Caverzasi che segue il trasferimento dell’Einaudi: « Sono senza parole. Villa Recalcati sta portando avanti un progetto discusso e concordato con l’ex dirigente Vaj. Abbiamo trovato i fondi per l’operazione e abbiamo presentato il progetto. Ho incontrato personalmente il nuovo dirigente del Newton insieme al presidente del Consiglio di Istituto e al rappresentante degli studenti. Abbiamo verificato che le loro richieste non erano sostenibili in un momento difficile in cui si è tutti chiamati a ottimizzare le risorse. Il nuovo trasloco coinvolgerà un laboratorio di chimica, il cui lavoro può essere assorbito dagli altri, e quello di fisica che abbiamo pensato di collocare in un altro spazio. Se è questione di postazioni, abbiamo già chiarito che ci impegniamo ad aumentare le postazioni di lavoro, a migliorare la dotazione tecnica di tutta la scuola e a riqualificare altre parti dell’istituto. A metà settimana ci incontreremo di nuovo ma le richieste dovranno essere motivate».

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 26 Gennaio 2016
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