Gioco patologico, ecco la mappatura del Luinese
Quali quante sono le macchinette, cosa succede all’interno di bar e sale giochi e dove si trovano. Un database fondamentale per la lotta alla ludopatia
Nei 22 comuni del distretto socio sanitario di Luino ci sono in tutto 652 macchinette mangiasoldi che hanno fatto ammalare di gioco patologico almeno 250 persone: vuol dire che in media ci sono 29 fra videolottery e slot in ogni paese che va dalla Valcuvia al confine con la Svizzera.
È uno dei dati che si ricava dalla ricerca effettuata sul campo da due cooperative “Codici” e “Lotta all’emarginazione” presentata nel corso della serata rientrante nel progetto “Proposte Azzardate”.
Come anticipato da Varesenews si tratta di una serie di azioni che vogliono contrastare il fenomeno del gioco patologico con azioni concrete, anche legate all’attività che ciascun comune deve svolgere nel proprio territorio. Ma per agire bisogna conoscere. Quindi nella giornata di ieri un primo incontro in Comune a Luino, nel pomeriggio, ha informato gli amministratori pubblici degli strumenti che possono mettere in campo per arginare il fenomeno. Nella serata, invece, nel salone conferenze del Cfp, sono stati letti i dati del fenomeno frutto dell’osservazione sul campo, spesso anonima, dei giocatori nei locali che ospitano Vlt (videolottery) o slot di ultima generazione.
La mappatura ha dato frutti importanti. In primo luogo grazie a questo strumento è possibile verificare i luoghi in cui sono presenti più slot e quindi dove situavano i pericoli potenziali.
Si comprende ad esempio come le vie di grande comunicazione, i centri commerciali, e la vicinanza con la Svizzera rappresentino un fattore di maggior frequenza rispetto a posti meno frequentati. Così si assiste al paradosso di centri demograficamente piccoli e di fondo valle come Mesenzana, ma attraversati da una statale, la 394, e con centri commerciali di recente costruzione che hanno 5 slot ogni 100 abitanti (74 in valore assoluto), un livello superiore ad esempio a posti popolati dieci volte tanto come Luino (che infatti ne ha 207).
È stata censita la presenza di apparecchi nei luoghi sensibili con un criterio differente rispetto a quelli di legge, comprendendo anche stazioni o supermercati.
Il 99% degli esercizi osservati dispone di apparecchi cambio-moneta e nel 18% dei casi, negli esercizi dedicati (14 su 45) solo in 6 bar su 62 si trovano anche brochure informative sui rischi del gioco.
I giocatori osservati sono stati in tutto 226: di questi l’80,8% sono uomini e il 18,8% le donne, ma se i primi si prendono la libertà di entrare nelle sale slot, il gentil sesso risulta preferire luoghi meno appariscenti e più riservati, come bar che ospitano vlt o slot. Il 20% ha giocato meno di un quarto d’ora; il 50% tra 15 e 30 minuti, il 30% oltre la mezz’ora. La fascia d’età preponderante è quella tra i 30 e i 60 (67% dei giocatori).
Questi dati sono decisivi per avere un quadro preciso sulla portata del fenomeno; prossimamente altri progetti analoghi riguarderanno anche altre zone della provincia, fra cui il capoluogo, così da rade un quadro ancor più definito.
Un particolare emerso nel corso degli incontri legati alla giornata luinese contro l’azzardo è legato alla non retroattività della legge: chi ha un bar o una sala giochi da prima dell’entrata in vigore delle norme non può chiudere in virtù della disciplina che impone aree “libere” da macchinette.
Leggi che – e questo riguarda una costante nella storia di questo fenomeno – vengono realizzate nel tempo e spesso vanno di pari passo con nuovi giochi “varati” dai governi che si sono succeduti di anno in anno.
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