Quando Oldrini difese i contrabbandieri

Aldilà del suo impegno di sindaco che è stato ammirevole, Lino Oldrini fu un avvocato di grande livello, curato con amore dai medici nei suoi ultimi giorni, rimpianto quando morì dai colleghi e dai cittadini, onorato dai magistrati

contrabbando seconda

Scorridori del codice penale come i contrabbandieri negli Anni 50-60 erano  tollerati dall’opinione pubblica e le  loro vicende, sempre nel segno della fantasia e dell’inventiva, mai della violenza, venivamo seguite con  un certo interesse. Anche allora tutti si sapeva che pentole e coperchi spesso non si incontrano e i “finanzieri” bosini, difesi da Oldrini, si trovarono accusati di rapina.

Il codice penale allora in vigore era certamente  datato e  come tale non aperto a nuove sensibilità culturali in campo giuridico e sociale ne derivava quindi che fossero tutte da scontare le pene irrogate per i vari reati. Per l’episodio di Fino Mornasco c’era  dunque una bella differenza di tempo di carcerazione tra rapina e truffa, le  due tesi sostenute da accusa e difesa.

Lino Oldrini in corte d’assise fece un’arringa strepitosa, sottolineando la particolarità di un sequestro che nulla aveva della caratteristica  violenza della rapina e certamente andava annoverato nella immensa varietà delle italiche truffe delle quali la nostra giustizia doveva sempre occuparsi. Fu una arringa convincente, il pubblico ministero si accorse di avere perso la partita e addirittura rinunciò alla replica che aveva annunciato. La sentenza: imputati condannati per truffa. In appello a Milano ci sarebbero stati  giudici meno sensibili, non  so come finì in Cassazione, ma per la dimensione giuridica e umana  del suo intervento  Lino Oldrini  sarebbe stato un riferimento molto  apprezzato e citato dagli ambienti forensi lariani.

Varese ha una bella tradizione nell’avvocatura, aldilà del  suo impegno di sindaco che è stato ammirevole, mi è parso doveroso ricordare l’Oldrini avvocato di grande livello, curato con amore dai medici nei suoi ultimi giorni, rimpianto quando morì  dai colleghi e dai cittadini, onorato dai magistrati.

Oggi egli fa parte di un passato che Varese non deve dimenticare, anche  per rendere più sereno lo sguardo al futuro. E il fatto di avere una storia invidiabile  ci deve spronare verso un domani migliore.

Leggi lo speciale i sindaci di Varese

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Pubblicato il 12 Maggio 2016
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