Pablo Bertone e Varese, un “matrimonio” benedetto dal destino
La guardia della Openjobmetis visitò Masnago da ragazzino, ospite di Ruben Magnano. «Rimasi affascinato, comprai una maglia. E ora gioco qui»

Nella vita di Pablo Bertone – guardia 28enne nata ad Arroyito, in Argentina ma di chiare origini italiane – ci sono stati segni inequivocabili del destino che lo hanno spinto a diventare un giocatore della Pallacanestro Varese.
Bertone è stato l’ultimo giocatore firmato dalla Openjobmetis nel corso del mercato estivo ed è stato presentato quest’oggi – lunedì 10 settembre – nella sede della “Lasi” di Gallarate, uno degli sponsor della società biancorossa. E davanti a microfoni e telecamere ha rivelato che lui, la maglia di Varese, l’ha già vestita tantissime volte.
«Più di dieci anni fa venni in Italia con una selezione giovanile per disputare un torneo internazionale a Lissone. Era il periodo in cui l’allenatore di Varese era Ruben Magnano, il coach che aveva portato l’Argentina all’oro olimpico nel 2004, così con i compagni venimmo a Masnago per presentarci a lui e assistere a un allenamento della squadra biancorossa. Il palazzetto mi esaltò e all’uscita comprai una maglietta di Varese che poi utilizzai centinaia di volte in allenamento, quando giocavo in Argentina. E lo scorso anno, quando venni a Masnago con Pesaro, riprovai quelle sensazioni di allora».
Bertone-Varese, quindi, un matrimonio nato tanto tempo fa, con altri intermediari importanti. «Con Magnano non ho parlato dopo la mia firma ma il coach mi conosce perché veniamo dalla stessa provincia e tramite un amico comune mi ha confermato la bontà della società biancorossa. E poi c’è un’altra persona di Varese a cui sono molto legato, Cedro Galli (l’ex allenatore dei Roosters, ora head coach a Pesaro ndr). Fu lui a volermi a Pesaro lo scorso anno e siamo molto legati: anch’egli ha “benedetto” il mio approdo a Varese e sono felice che lo abbiano riconfermato sulla panchina marchigiana».
«Abbiamo preso Pablo per alcuni motivi ben definiti – ha raccontato il gm Andrea Conti – Si è detto disponibile a partire dalla panchina in modo che la squadra possa valorizzare Avramovic, è giocatore dal grande carisma che può difendere su tre ruoli e inoltre giocherà da italiano la Fiba Europe Cup».
Bertone intanto sta “facendo conoscenza” con i metodi e i modi di Attilio Caja: il coach in qualche occasione è stato autore di sfuriate con l’esterno sudamericano. Urlacci che non sono passati inosservati al pubblico: «Devo ancora imparare bene il sistema di gioco voluto dal coach e in questo periodo dobbiamo crescere molto per toccare il livello dello scorso anno. Ma sono carico e ho voglia di iniziare il campionato. Il coach ha grande personalità, lo conosciamo e dobbiamo abituarci anche a qualche sfuriata. Lo fa per migliorare noi e la squadra, le sue sono critiche positive».
L’approdo a Varese è importante, per Bertone, anche in ottica europea: «Quando mi è stata proposta la Openjobmetis, ho firmato in un minuto: essere qui è una bellissima responsabilità e un sogno compiuto. Un mio obiettivo, quando ho scelto di giocare in Europa, era quello di partecipare a una coppa: lo farò al secondo anno, e questa è una cosa eccezionale. Parto dalla panchina alle spalle di Avramovic, giocatore che lo scorso anno ha fatto un grande campionato, non è certo un problema. Con la coppa avremo bisogno di una rosa folta e ci sarà spazio per tutti».
Intanto la Openjobmetis arriva da una vittoria netta nel “Trofeo Lombardia”: «Questi successi possono avere un grande valore perché, con l’eccezione della partita con Milano, abbiamo raccolto i frutti di due settimane di lavoro duro. Tra l’altro, sconfiggere un’avversaria storica come Cantù, ci fa sentire sulla strada giusta».
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