Gianluca Vasco, il terzo varesotto della band Rockin’1000

Il 23enne musicista di Gazzada sarà in Germania per suonare insieme alla band più grande del mondo sul prato del Commerzbank Arena di Francoforte

gianluca vasco

Tra i varesotti che stanno partecipando al tour di Rockin’1000 c’è anche Gianluca Vasco, un ragazzo di 23 anni, residente a Gazzada Schianno. A breve parteciperà, per il quarto anno consecutivo, ad un evento che ha il potere di unire almeno tre generazioni attraverso la musica.
In precedenza vi avevamo raccontato la storia di Emanuele Morgante da Busto Arsizio e di Samuela Locarno da Gallarate.

È la più grande rock band esistente sul pianeta, nata da un’idea di un ragazzo di Cesena che, con la prima performance, era riuscito a portare i Foo Fighters nella sua città per un concerto. Come dice il nome, originariamente il gruppo era composto da 1000 musicisti (chitarre, bassi, batterie e voci), poi con gli anni il gruppo si è esteso ed è arrivato a contare più di 1600 componenti (si sono aggiunti tastiere, violini, cornamuse, percussioni…).

Quest’anno Gianluca parteciperà all’evento di Francoforte, che si terrà questa domenica, il 7 luglio, alla Commerzbank Arena. Lui e gli altri membri di quella che ormai considera una famiglia si esibiranno in un concerto di 18 brani, principalmente classici del rock internazionale, come Smoke On The Water, Highway To Hell e tanti altri.

Gianluca è uno studente universitario, da poco laureato in Informatica Musicale alla Statale di Milano e che ora sta concludendo il primo anno di magistrale in Informatica. Nella vita, naturalmente, fa il musicista come voce e chitarra di un gruppo rock che ha appena creato con alcuni amici: «Sono un amante dell’arte, in tutte le sue forme, adoro tutto ciò che susciti delle emozioni e Rockin’1000 è una tra queste cose. Ricordo ancora la mia prima esperienza, quando nel 2016 allo stadio di Cesena cominciammo il concerto con Bitter Sweet Symphony dei The Verve. Si era creata un’atmosfera magica: immaginate uno stadio stracolmo di gente, ad un certo punto le luci si spengono e rimangono accesi solo i flash dei telefonini delle persone sugli spalti, come a creare un cielo stellato. Poi i violini e le urla degli spettatori che hanno riconosciuto la celebre melodia. Poi, tutto d’un tratto, l’attacco magistrale delle batterie: ho avuto una scarica di adrenalina spaventosa, avevo un’energia in corpo indescrivibile. Ricordo che per l’emozione, per la felicità, ma soprattutto per la forza comunicativa della musica, piansi, commosso da tutto quello che stavo provando».

Questo è il ricordo più bello che ha del Rockin’1000 e spera che domenica, quando di nuovo sarà con la sua seconda famiglia, riproverà tutto questo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Luglio 2019
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