65 anni fa la festa per la città e il sorriso di “Gina Panefantasia”
Uno dei racconti più belli dei Lorenzo Franzetti è dedicato ad Ambrogina, una donna semplice ma così tenace da riuscire a far ottenere al suo paese l'importante riconoscimento

(foto archivio Remo Cardana). Il sorriso di Ambrogina Brovelli, la “piccola grande donna” raccontata da Lorenzo Franzetti nel suo libro “Ada e le stelle” (Bolis Edizioni), è forse quello che più descrive quella giornata di 65 anni fa.
Il 12 settembre 1954, alla presenza tra le autorità civili e religiose, di Antonio Greppi e del primo cittadino Giorgio Greppi, Angera festeggiava con una cerimonia solenne il titolo di Città attribuito lo stesso anno da un decreto del presidente della Repubblica. Un riconoscimento ottenuto per ragioni legate alla storia che questo borgo del lago Maggiore custodisce e al suo passato ma anche in memoria dell’atto ufficiale con cui Ludovico il Moro nel 1497 elevò il borgo a città per accentuarne l’importanza strategica sul territorio.

Fu Ambrogina, ex partigiana e cameriera d’osteria, una donnina umile, tanto aggraziata quanto tenace, a farsi promotrice negli anni del Dopoguerra del percorso per arrivare a ottenere il riconoscimento che riteneva doveroso per il suo paese. La sua storia, romanzata, è uno dei più bei racconti scritti dal giornalista e scrittore angerese, Lorenzo Franzetti, “La signorina Panefantasia“.

Dal 2008, parecchi anni dopo la sua scomparsa, Ambrogina riposa nella tomba dei benefattori della Città di Angera in segno di riconoscenza per l’impegno che mise in quella che è stata tutt’altro che una semplice impresa. “Quando morirò – diceva – mi seppelliranno nella tomba dei benefattori, perché Angera è diventata città grazie a me”. Anche quel desiderio è stato meritatamente esaudito.
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