Lidia Macchi, secondo ricorso in Cassazione
Lo ha depositato l'avvocato Daniele Pizzi legale della famiglia che si è costituita parte civile
È stato depositato oggi 6 dicembre dalle parti civili, il ricorso per Cassazione articolato in 7 punti attraverso i quali si motiva la richiesta di annullamento della sentenza di assoluzione emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Milano per il caso Lidia Macchi.
A firmare le carte inviate a Roma l’avvocato Daniele Pizzi (nella foto), legale della famiglia Macchi costituitasi parte civile nel processo per l’omicidio della giovane nel gennaio 1987 a Cittiglio.
Il ricorso tende a contestare – ma per i soli effetti civilistici della sentenza – la decisione della Corte d’Assise d’appello di Milano che il 24 luglio scorso scagionò Stefano Binda dall’accusa di omicidio volontario ai danni della studentessa varesina, per non aver commesso il fatto.
Il ricorso «elaborato a 4 mani» è stato formalmente sottoscritto dal collega di studio di Daniele Pizzi, l’avvocato Augusto Cornalba, quale patrocinatore avanti la Corte di Cassazione.
La notizia arriva a una settimana dal ricorso in Cassazione presentato dalla procura generale, a firma del pubblico ministero Gemma Gualdi.
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