Piscina di Moriggia, nuovo bando per il 30 giugno. Ma per salvare l’estate servono altri soldi

Dopo il precedente bando andato deserto, Amsc cerca un altro gestore, ma con le incertezze Covid e l'estate già inoltrata rischia di saltare tutto

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«La politica dovrà decidere se aprire o meno la piscina, ma di certo un costo ci sarà. Siamo in una fase emergenziale: senza sostegno, non verrà nessun operatore». Il consulente dell’amministratore di Amsc lo dice chiaro e tondo: se si vuole riaprire la piscina di Moriggia serviranno soldi, risorse in più da mettere in aggiunta a quelle spese fin qua.

Dopo che la precedente gara è andata sostanzialmente deserta, ora la labile speranza ha una nuova data: 30 giugno, scadenza del nuovo bando esplorativo pubblicato da Amsc. È da qui, eventualmente, che arriverà la riapertura in extremis della Moriggia, a questo punto immaginabile a luglio inoltrato, considerando i tempi di esame delle (per ora ipotetiche) offerte e di riattivazione dell’impianto.

Le vicende recenti della Moriggia sono piuttosto complicate, nel giro di tre anni si è andati verso una specie di trappola che alla fine ha lasciato inattiva la struttura e che, dicono ora i vertici di Amsc, richiederà alla società comunale di investire altri soldi.

Facendo un passo indietro: in sostanza la Moriggia ha bisogno da anni di un ampio piano di ristrutturazione per essere competitiva. Un primo progetto era stato avviato nel 2016, ma è rimasto poi vittima della “guerra” dopo il cambio di amministrazione: bocciato e messo da parte. Si doveva passare da un nuovo project financing, che però non è mai andato in porto. Complice la chiusura per mesi, l’amministrazione Cassani ha dovuto cercare un semplice gestore – lo Sporting Club Verona – che però non è riuscito a far fronte alle spese, ha lasciato decine di migliaia di euro di fatture insolute (almeno ad oggi) e – appunto – l’impianto chiuso a ridosso dell’estate.

Fin qui la spinosa storia precedente. E adesso? L’amministratore di Amsc Maurizio Zenoni ha riferito in commissione sui diversi aspetti.
Primo: gli arretrati accumulati dallo Sporting Club Verona. Zenoni ha spiegato che ha cercato di riscuotere la fidejussione ma che sta incontrando difficoltà, che il 4 giugno ha inoltrato «formale disdetta alla compagnia di assicurazione», nel frattempo ha «proceduto con la messa in mora» della stessa e ha «fatto richiesta di decreto ingiuntivo» verso Sporting Club, primo passo giudiziario. Anche se poi l’esperienza dice che è tutt’altro che facile incassare (vedasi l’ormai annosa vicenda del Summer Fest e della fidejussione bulgara).

Secondo: la nuova gara, andata deserta. Nel frattempo lo Sporting Club Verona si è fatta avanti appunto con una offerta per ri-candidarsi a gestire l’impianto. Candidatura irricevibile, ha detto Zenoni, da un lato perché SCV è morosa per decine di migliaia di euro, dall’altro perché «ha offerto 500 euro di canone mensile, che una cifra che non è considerata valida» (il precedente canone, per dire, era di 20mila euro).

gallarate generico

Terzo passaggio: la nuova gara, per capire chi sia interessato. Il punto è che in questo contesto – dopo l’emergenza Covid, con l’estate già iniziata – le richieste di affitto al privato sono inevitabilmente destinate a ridursi. E per aprire un impianto in queste condizioni serve dunque un intervento diretto (economico) di Amsc, quindi pubblico, per coprire i costi: il consulente Adolfo Parisi ha parlato di un impianto che ha «diseconomie di gestione», note da tempo e che a questo punto «la politica dovrà decidere». E cioè: «Decidere se tenerla aperta o meno. Ma se bisogna aprirla di certo un costo ci sarà, siamo in una fase emergenziale e senza sostegno non verrà nessun operatore».

Zenoni in commissione ha risposto anche alle domande dei diversi consiglieri, non senza qualche momento di tensione. Un certo attrito c’è stato ad esempio con il  consigliere Martucci, che ha parlato di Sporting Club come «un gangster» e contestato il ritardo con cui Amsc è intervenuta.  «Sono accuse pesanti quelle che sta facendo, di fronte a un professionista: non stavamo dormendo, ci siamo mossi» ha ribattuto, decisamente stizzito, Zenoni

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Pubblicato il 22 Giugno 2020
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