“Che fretta c’era?” ‘Il basket siamo noi’ critica il calendario di Legabasket
La serie molto serrata di recuperi e partite a cui dovrà sottostare la Openjobmetis (reduce dal Covid) non convince il trust dei tifosi biancorossi
Non è nelle nostre corde la lamentela, nè la polemica, nè tantomeno la contestazione aprioristica delle regole. Al contrario, ci caratterizza profondamente la riflessione critica sugli accadimenti, sui limiti e sul contesto, se non altro come presupposto per poter pensare a correttivi e, nella migliore delle ipotesi, mettere in atto strategie orientate alla risoluzione del problema (immagine di repertorio).
Eppure questa volta rimaniamo spiazzati da una situazione che ci incastra in un circolo vizioso, che ci lascia pieni di domande senza risposta e di cui non riusciamo a capire il senso….
Increduli, leggiamo che si giocherà a Trieste mercoledì sera, a distanza di 48 ore dalla comunicazione di negativizzazione di una parte della squadra e che verranno disputate altre 6 partite nei prossimi 17 giorni; in assenza di allenamenti dal 1 gennaio; con una squadra che scenderà in campo dimezzata, con giocatori reduci da settimane di Covid con pesanti sintomi e rimaneggiata grazie alla presenza degli under 18 a loro volta appena negativizzati, con una trasferta che richiede 5 ore di viaggio per andare e 5 per tornare e che precluderà ulteriormente la possibilità di allenarsi; con il rischio elevatissimo che l’inattività veicoli infortuni, e con la certezza che il rispetto delle regole abbia, in questo caso, poco a che fare con la coerenza della competizione e con il buon senso.
E nelle nostre orecchie risuona il leitmotiv “Che fretta c’era?”, ridondante e un po’ grottesco vista la posta in palio… Perché se è vero che il regolamento è uguale per tutti e che, per onestà intellettuale lo dobbiamo ammettere, l’ultima posizione in classifica prescinde da questa contingenza e la precede, con lo stesso metro di misura, ci sentiamo di affermare che le variabili casuali che intervengono nella gestione dei casi positivi di covid (fase del campionato in cui ci si ferma e si riparte, tempi di sosta forzata e di recupero post negativizzazione, presenza o meno di sintomi, rilevanza degli scontri ai fini della classifica, frequenza con cui si giocano i recuperi) possono rendere davvero aleatorio il risultato sportivo di questo campionato… E non solo per quanto concerne Varese.
Ci restano le domande, e una sensazione di inafferrabile che prescinde dalla competizione cestistica e che risente di decisioni che forse andrebbero prese con meno leggerezza, nell’ottica di preservare la verità dei risultati del campo.
A voi “superstiti malandati” ed ai “giovani coraggiosi” che vi accompagnano, giunga ancora più forte il nostro grido: “FORZA VARESE”!
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