Il PoliteAma rinasce e può diventare un luogo di incontro per Varese
Voci in platea | PoliteAma In/between è il nome di un progetto della Fondazione Molina. Intervista al Prevosto di Varese Luigi Panighetti
Voci in platea | PoliteAma In/between è il nome di un progetto della Fondazione Molina. Si lavorerà per aprire lo spazio del foyer alla città e la comunicazione avrà un ruolo centrale. Una serie di personaggi varesini racconteranno la loro relazione con il Politeama, la loro visione della cultura e tanto altro. È il turno del Prevosto di Varese Luigi Panighetti.
Qual è l’attività più importante che la Chiesa varesina svolge per la città?
«L’evangelizzazione e la missione. Questo è il mandato ricevuto da Gesù. Questo è ciò che ogni articolazione della Chiesa, al di là di ogni momento e di latitudine geografica deve compiere. Annunciare Gesù e con la propria vita testimoniare la verità della Parola. Per fare questo ci sono molti corollari, per esempio tutta l’attività caritativa che è una derivazione dell’essere evangelizzatrice e missionaria».
Don Milani affermava che il tempo non va bestemmiato. Come potremmo attualizzare questo pensiero, soprattutto pensando a un luogo come questo del Politeama che è stata sala da ballo, cinema e luogo di spettacolo?
«I tempi nostri sono molto più complessi. Ora stiamo attraversando mesi difficili. Bestemmiare il tempo oggi da una parte significa sciuparlo questo sia a livello individuale che collettivo e questo sarebbe grave. D’altra parte nel contesto che stiamo vivendo credo che il tempo debba essere utilizzato come risorsa nel momento in cui tante possibilità sono limitate a causa della pandemia bisogna avere quella creatività e forza interiore per reinventarsi l’uso del tempo. L’immaginare di sospendere la vita a causa di ciò che sta accadendo è un modo per non vivere bene il nostro tempo. Deve essere un luogo per la fraternità e la condivisione».
Quanto è possibile far incontrare culture diverse?
«L’a priori è la stima reciproca. Poi occorre imparare a conoscersi di più. Abbiamo una scarsa consapevolezza di chi sia l’altro e se non lo conosciamo questo ci autorizza di avere forme di pregiudizio non corretto.».
Il Molina ha lanciato un progetto per iniziare a sistemare il foyer e per questo chiede un aiuto alla città. Come vede questa proposta?
«La proposta è una intuizione felice e sarebbe il primo passo per rivitalizzare questo ambiente. Recuperare una realtà come questa sarebbe utile e potrebbe diventare un luogo di scambio e di esperienze in modo da favorire e valorizzare la conoscenza delle identità diverse. La Chiesa ha qualcosa da proporre e siamo interessati a proporsi alla cittadinanza».
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