C’è una crisi di maggioranza dietro la commissione saltata a Samarate?
Dopo il passo falso lunedì sera, per il centrodestra all'opposizione si deve "tornare a votare". Nella coalizione di Ferrazzi assicurano che non ci sono nuove tensioni (nonostante qualche divergenza)
Altro giro, altra presunta crisi di maggioranza a Samarate: questa volta il nodo è stata la mancanza del numero legale in commissione Servizi Sociali. Alla seduta di lunedì 23 giugno non c’erano (per la maggioranza) i delegati di Samarate Insieme e Movimento 5 Stelle, i commissari di minoranza di Lega e FdI hanno lasciato il tavolo e fatto venire meno il numero legale nella commissione consultiva.
È una crisi politica?
Per il centrodestra non c’è dubbio: «Non hanno i numeri per governare, torniamo a votare» hanno detto dalle fila di Lega e FdI, a un anno esatto dalle elezioni 2024 che hanno visto la vittoria della coalizione del sindaco Alessandro Ferrazzi.
Coalizione composita, certamente. E dunque la domanda è facile: è davvero un distinguo politico?
Alessio Sozzi, del Movimento 5 Stelle, lo ha negato esplicitamente: «Nessuno dei miei commissari era disponibile per motivi personali» ha assicurato. Accusando l’opposizione di «polemiche ad arte per screditare».
«Non voglio entrare nel merito delle assenze» è la dichiarazione ufficiale che rilascia Alessandro Cenci, guida della civica Samarate Insieme.
Non prima di essersi lasciato sfuggire: «Non è un segnale politico, da parte nostra», dicendo a sua volta che la lettura politica è stata data dalle opposizioni, «anche perché in quella commissione non si votava ma veniva presentato un progetto».

Valentino Celotto della Lega è il consigliere che ha evocato appunto il ricorso alle urne, che sarebbe una vera debacle della maggioranza, a un anno dalle elezioni.
Celotto ha affondato dicendo che la «commissione serviva a mostrare il valore del progetto alle minoranze, ma probabilmente non è stata capita dai gruppi che non si sono presentati in aula».

Il tema in discussione lunedì – rimasto fin qui sullo sfondo – era quello dei servizi educativi affidati a soggetti esterni. Su cui qualche distinguo interno c’è stato, «ma se ci sono dei dubbi si appianano proprio in commissione», dicono da Samarate al Centro, l’altro gruppo che con il Pd sostiene Ferrazzi.
Di certo, a sentire le dichiarazioni del giorno dopo, a mente fredda, nessuno rivendica alcuno strappo.
Si sottolinea che era una commissione consiliare, non decisiva.
Basta per dire che la mancanza di numero legale è stato solo uno scivolone fortuito? O è invece l’ennesimo segnale (poi non rivendicato a parole) delle diverse componenti?
Dentro la maggioranza c’è chi dice che si è costruito in un anno un metodo di lavoro, per affrontare i diversi nodi problematici, su cui – ammette più di una voce – in effetti ci si è ritrovati arenati per mesi, nell’inverno scorso (oltre al nodo più politico della spaccatura di Samarate Insieme). Anzi: da dentro dicono che si è in quella «fase due» che veniva auspicata mesi fa.
La prova finale è solo “sul campo”: la grande alleanza aveva promesso più efficienza rispetto al centrodestra a trazione Lega, ora deve dimostrarlo.
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