In Ticino vince la politica anti italiani
Lega e Udc ticinesi acquistano più peso in Parlamento. Negli ultimi due anni i politici della destra hanno costruito su frontalieri e fisco i propri programmi elettorali
Lega e Udc ticinesi acquistano più peso in Parlamento. Hanno ottenuto due seggi in più a Berna, una piccola vittoria nel complesso, seppur indicatrice del un cambiamento politico in corso nel vicino Cantone. In comune i due partiti della destra hanno un fatto evidente: l’avere costruito sui rapporti con il nostro paese le ultime infuocate campagne elettorali. Ci sono questioni ancora aperte tra Svizzera e Italia, ma soprattutto tra i territori di confine. Riguardano in particolare gli accordi bilaterali e i lavoratori frontalieri – circa 50.000 – accusati di essere preferiti nelle assunzioni ai residenti e di fare dumping salariale, ovvero di accettare di lavorare a stipendi troppo bassi. E sono loro i primi a subire le conseguenze dell’inasprimento dei rapporti di vicinato . Rapporti deteriorati da scelte politiche del governo italiano "scomode" per i vicini svizzeri. Dapprima l’introduzione dello scudo fiscale del ministro Giulio Tremonti, a cui hanno fatto seguito alcune azioni di controllo come la posa dei Fiscovelox al confine per il monitoraggio degli spostamenti degli italiani in Svizzera, l’introduzione delle motovedette della guardia di finanza sui laghi e l’inserimento della Confederazione nella "black list", l’elenco degli stati sospetti per il fisco italiano. Dal partito di Bignasca in Canton Ticino, che nel frattempo ha trionfato alle elezioni cantonali, sono arrivate dapprima le minacce di ripercussioni sui lavoratori e poi le reazioni: i progetti transfrontalieri sono stati bloccati, all’interno della Regio Insubrica sono maturati diversi malumori e infine è stato deciso di non versare a Berna i ristorni dovuti, fondi prelevati dagli stipendi dei frontalieri da destinare ai comuni italiani di confine.
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