Insegnare l’inno nazionale a scuola? “Non è una priorità”
Il sindaco Francesca Brianza risponde al consigliere di maggioranza Pellegrini che chiese spiegazioni anche sulla mancanza di fondi per la scuola Marconi
Diritto allo studio e inno di Mameli. La scuola Marconi è al centro di diverse questioni con un botta e risposta tra il consigliere di maggioranza Riccardo Pellegrini e il sindaco Francesca Brianza.La proposta di Pellegrini di insegnare l’inno di Mameli nelle scuole elementari e medie, ha scatenato diverse reazioni. L’idea, avanzata il 28 settembre al termine del Consiglio comunale, non ha ricevuto risposta ufficiale da parte del sindaco Francesca Brianza, che però ha espresso la sua volontà di non proseguire con questo progetto. A seguito di questa dichiarazione, Pellegrini ha espresso le sue perplessità sullo stanziamento dei fondi, a suo parere insufficienti, elargiti all’istituto comprensivo di Venegono Superiore e inseriti nel Piano di diritto allo studio.
«Vorrei sottolineare che la proposta di Pellegrini di insegnare l’inno nelle scuole – ha affermato il sindaco Brianza – nasce da una sua iniziativa personale, che non è stata concordata preventivamente con la stessa maggioranza. L’amministrazione comunque non intende proseguire con questo progetto, e ciò verrà ribadito nel prossimo Consiglio comunale. Al momento riteniamo che ci siano problemi più urgenti da affrontare, come ricostruire un dialogo positivo tra scuola e amministrazione, che si era guastato con la precedente giunta».
A queste dichiarazioni, Pellegrini ha ribattuto annunciando che la sua proposta ha ottenuto grandi consensi e che «i cittadini si stanno unendo in un comitato spontaneo e, nei prossimi giorni, inizieranno a raccogliere le firme da inoltrare all’amministrazione e alla dirigente scolastica».
Il sindaco Brianza ha quindi spiegato la linea che l’amministrazione intende percorrere sul fronte scuola: «Abbiamo approvato il 28 settembre il Piano di diritto allo studio, e sono già in cantiere diversi progetti, come il “consiglio dei ragazzi” e una collaborazione tra le scuole e i volontari della Protezione civile. Puntiamo a un rapporto di dialogo e trasparenza tra amministrazione e istruzione, fondato su basi nuove e diverse dal passato. Se comunque verrà presentata una raccolta di firme dei genitori, per l’insegnamento dell’inno, ne prenderemo atto».
«Per quanto riguarda le dichiarazioni del sindaco – ha replicato Pellegrini – inerenti alle problematiche della scuola concordo pienamente, in particolare riguardo una problematica che pero non viene citata, cioè la richiesta da parte della scuola ai genitori di un versamento di venti euro dei quali, una cifra non precisata verrà destinata all’acquisto di materiale per il funzionamento amministrativo e necessario alle attività didattiche. Voci, queste, già incluse nel Piano al diritto allo studio approvato lo scorso 28 settembre dal Consiglio comunale. Ritengo importante fare luce su questa storia dai risvolti non chiari e che non sia corretto spremere i genitori per coprire lo Stato là dove non riesce ad arrivare».
«Il Piano di diritto allo studio prevede uno stanziamento di 33 mila euro per coprire interamente le spese che ci sono state segnalate dall’istituto comprensivo, previa presentazione del consueto rendiconto – è stata la risposta del sindaco -. Nel Piano di diritto allo studio non c’è però nessun riferimento a contribuiti richiesti alle famiglie. Se questa spesa esiste, è stata richiesta direttamente dalla scuola alle famiglie, senza coinvolgere l’amministrazione. Noi, per nostro conto, abbiamo garantito la copertura di tutte le spese che l’istituto ci ha sottoposto».
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