Quanti utilizzeranno il treno? La “mappatura” dei trasporto passa anche dal questionario
La "indagine sulla mobilità" avviata settimana scorsa ha suscitato anche qualche ironia tra i pendolari. Ma che oggi si capisce alla luce del quadro di incertezza e in cui lo scenario è tutto da scrivere

Un questionario di quattro domande, per cercare di “mappare” l’utilizzo dei treni e capire come ripartire con la “fase 2”.
Trenord ha contattato settimana scorsa mezzo milione di persone, chi – titolare di abbonamento, utente della app – aveva lasciato i suoi dati alla più grande azienda di trasporto lombarda.
Una mossa – la “indagine sulla mobilità” – che ha suscitato anche qualche ironia tra i pendolari. Ma che oggi si capisce alla luce del quadro di incertezza sull’enorme partita del trasporto pubblico (tutto, non solo Trenord): le aziende di trasporto dicono che per ripartire occorre scaglionare gli orari per evitare assembramenti sui mezzi. Ma al contempo dicono anche che occorre «disincentivare» il più possibile la mobilità privata, per non far collassare le città e il trasporto di superficie.
I viaggiatori giornalieri su Trenord prima dell’emergenza erano 840mila, la previsione fatta è che si riducano del 50%, quando si inizierà a ripartire. Niente studenti, visto che le scuole sono chiuse, niente viaggi “di piacere”, meno viaggi occasionali. L’aeroporto vuoto. Una quota di pendolari che continuerà a lavorare da casa, in “smart working”.
Rimarranno 400mila viaggiatori al giorno? L’ipotesi è più o meno questa e appunto viene in parte anche dall’analisi ulteriore avviata con il sondaggio. “Prima dell’emergenza covid19 quale era il motivo principale dei tuoi viaggi con Trenord?” è la domanda che apre il questionario e che, appunto, dovrebbe contruibuire a chiarire il quadro.

Quadro ancora incerto anche sul piano economico: se i viaggiatori si dimezzeranno, occorrerà far circolare comunque lo stesso numero di treni (o persino di più), se si vuole garantire il distanziamento. Il tema delle risorse economiche necessarie non è secondario, già settimane fa i sindacati avevano sollevato il problema.
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