“Piano case, perchè no?”

Secondo Gianni Mazzoleni, segretario CNA Varese: «priorità alle opere immediatamente cantierabili, anche piccole»

L’edilizia è il settore che per primo ha subito i contraccolpi della crisi, essendo il suo sviluppo strettamente legato al mercato finanziario.
Da mesi la CNA sostiene la necessità di interventi a sostegno, non solo per fronteggiare la grave crisi del settore, ma soprattutto per il forte effetto anticiclico che gli investimenti nelle infrastrutture e nelle costruzioni sono in grado di innescare.

Ne consegue che gli impegni assunti dal Governo di destinare risorse aggiuntive per le infrastrutture e di approvare nei prossimi giorni un piano generale sugli immobili, vanno nella direzione auspicata, anche se sarà necessario conoscere il merito delle misure previste, le reali disponibilità di risorse e il rispetto delle diverse competenze istituzionali nell’attuazione delle iniziative.

In particolare l’annunciato intervento sugli immobili, con la possibilità di ampliamenti di cubatura del 20%, può rappresentare un’opportunità importante non solo di rilancio dell’attività edilizia, ma anche di riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente, anche se per per evitare che l’intervento si traduca in un assalto al territorio, deve essere legato a misure di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici e prevedere procedure integrate con l’agevolazione fiscale del 55% sul risparmio energetico.

Per quanto riguarda la possibilità di demolizione e ricostruzione di edifici vetusti e fatiscenti, è da sottolineare con soddisfazione che si tratta di una proposta ripetutamnte avanzata, sia a livello nazionale che territoriale dalla C.N.A., da sempre convinta che, se fortemente ancorata a parametri di sostenibilità e di utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, può dare un contributo importante sia al miglioramento della qualità della vita delle aree urbane, che allo sviluppo economico dei territori interessati.

Saranno certo da chiarire gli aspetti legati alla sostituzione della concessione edilizia con la dichiarazione di inizio attività, ma non si può non essere che favorevoli a ogni semplificazione che intervenga in un settore gravato da troppi adempimenti, prestando nel contempo estrema attenzione a non aprire spazi agli abusi.  Si tratta in ogni caso di opportunità la cui efficacia risulterebbe amplificata da misure di incentivazione quali l’estensione del 36% e l’applicazione ridotto dell’IVA e che potrebbe aprire un mercato interessante anche per il sistema bancario.

Per quanto riguarda le infrastrutture, la CNA ha preso atto con soddisfazione dell’individuazione di risorse aggiuntive da parte del CIPE, bisogna però vedere quante di queste saranno realmente disponibili per cassa nel 2009 e come saranno destinate.  Perché si può sicuramente ragionare di grandi opere, ma in questa fase la priorità deve consistere nell’indirizzare risorse alle opere di piccole dimensioni immediatamente cantierabili, per far fronte alla grave situazione occupazionale che si sta registrando nel comparto dell’edilizia.
 

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Pubblicato il 11 Marzo 2009
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