Tempi duri per le imprese. Varese regge grazie all’export
Le esportazioni hanno registrato +10,3%, rispetto al 2010. Ma per le aziende varesine la crisi non è ancora superata: la produzione dell'artigianato segna - 4,3%
Tra le province lombarde a vocazione strettamente industriale, quella di Varese è l’unica che, nel quarto trimestre 2011, ha fatto registrare una variazione positiva della produzione, seppur limitata a un modesto + 1,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È quanto emerge dai dati dell’analisi congiunturale diffusi dall’ufficio statistico della Camera di Commercio www.osserva-varese.it .
Numeri che mantengono la forte preoccupazione del sistema economico per l’immediato futuro, testimoniata da almeno due situazioni: la variazione congiunturale, ovvero il confronto con il trimestre precedente dello stesso 2011, che già evidenzia l’affanno verso il quale sembra avviarsi anche la nostra economia (-0,2% nella produzione), e le aspettative degli imprenditori intervistati, dove i pessimisti superano del 10% gli ottimisti.
Resta complesso soprattutto il fronte dell’occupazione – da ottobre a dicembre 2011 la cassa integrazione è stata utilizzata dal 26% delle imprese componenti il campione (300 imprese) – come pure rispetto all’andamento della domanda interna, che sconta il calo di fiducia dei consumatori che stanno rivedendo al ribasso le proprie abitudini d’acquisto.
Non è un caso insomma che Varese sembra resistere grazie soprattutto alla sua vocazione all’export, come gli ultimi dati disponibili segnalano. Le esportazioni provinciali, da gennaio a settembre 2011, registrano infatti un +10,3%, rispetto allo stesso periodo del 2010, anno già positivo e di ripresa. Passando a considerare i numeri, i dati ISTAT sul commercio estero della provincia di Varese indicano, per i primi nove mesi del 2011, valori in espansione delle esportazioni che raggiungono i 6.868 milioni di euro, con un saldo della bilancia commerciale positivo per 1.952 milioni di euro. Nello specifico si evidenziano un’ottima performance dei prodotti in metallo (+27%), dei macchinari (+17,5%), degli alimentari (+25%), del chimico-farmaceutico (+15,2%), della gomma-plastica (+11%) e del tessile-abbigliamento-pelle (10,7%). Flette invece l’export dei mezzi di trasporto (-2,7%).
Un’esportazione in segno positivo, dunque, e sostenuta da una certa svalutazione dell’euro, dal buon andamento dell’economia tedesca, che è uno dei principali partner commerciali per la nostra provincia, e dallo sviluppo di rapporti commerciali con i paesi emergenti.
A fronte di un andamento industriale di sostanziale tenuta, emerge però anche il dato negativo dell’artigianato: qui la produzione nel quarto trimestre 2011 è calata del 4,3%, dando seguito a un trend negativo che, sul piano tendenziale, s’era avviato alla metà dello scorso anno. Una conseguenza della più forte dipendenza di questo comparto dal mercato interno inteso come filiera produttiva.
Ritornando alle preoccupazioni sul versante del mercato del lavoro, i dati cumulativi 2011 indicano 4.703 nuovi ingressi in mobilità, persone quindi già in stato di disoccupazione. Il confronto con l’anno precedente, quel 2010 considerato il peggiore dal punto di vista occupazionale, segna un leggero miglioramento: allora furono 5.379 i lavoratori espulsi. Anche qui però la situazione va peggiorando, visto che nel periodo ottobre-dicembre 2011 la curva si è di nuovo impennata con un +2% nel confronto annuale.
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