Due compratori interessati, ma il futuro della Gallazzi è “bloccato” a Roma
L'azienda, che impiega 150 persone nello stabilimento tradatese e 60 in quello gallaratese, è nelle mani dei commissari governativi, ma è in ripresa e potrebbe avere un futuro. Due sindaci scrivono al Ministero
I sindaci di Gallarate e Tradate scrivono al Ministero dello Sviluppo Economico, per chiedere una soluzione alla vertenza della ditta Gallazzi, azienda in amministrazione controllata che ha 210 dipendenti, di cui 150 a Tradate (nella foto) e 60 nello stabilimento gallaratese di via San Giorgio, nel rione di Cedrate (ex Flexa, nella foto sotto). La lettera al dicastero dello Sviluppo Economico era già stata anticipata nei giorni scorsi ed è stata inviata oggi: il sindaco di Gallarate Edoardo Guenzani ha incontrato mercoledì 7 gennaio i rappresentanti sindacali e il direttore generale della ditta Gallazzi: pur trovandosi in amministrazione controllata per debiti pregressi e quindi nelle mani di un commissario governativo (a cui se ne sono però aggiunti altri due nel tempo), la Gallazzi ha dimostrato di poter aumentare la propria capacità produttiva e di generare plus valenze. Risulta, peraltro, che ci sia un compratore non concorrente, ma la cessione non viene perfezionata. Una incomprensibile lentezza da Roma, che rischia di diventare pericolosa per l’azienda: «Questa situazione – spiega il primo cittadino – sta generando comprensibile preoccupazione fra i dipendenti. Per questo, insieme al sindaco di Tradate, Laura Fiorina Cavallotti, ho firmato una lettera che oggi ho spedito al Ministero dello Sviluppo Economico allo scopo di sollecitare una rapida soluzione. Credo che una decisione celere sia importante per tutelare i posti di lavoro». Nella lettera si fa anche riferimento a due diversi compratori interessati: si tratta di un’azienda non concorrente, che secondo i sindaci è interessata a inserirsi in un settore in sviluppo, mentre l’altra offerta viene da un concorrente che – è il dubbio di lavoratori e amministratori – potrebbe acquisire la Gallazzi per ragioni di monopolio. Sottointeso: in questo secondo caso ci sarebbe un rischio per il futuro dell’azienda, nelle due sedi in provincia.
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