Ecco chi era Emilio, il Sindaco per eccellenza

Il ricordo dell'ex consigliere Giovanni De Rosa: "Guardavo a lui come ad un signore perbene a cui un sorriso dolce illuminava sempre il volto; e non era un vezzo ma il riflesso di una nobiltà d’animo autentica"

fascia tricolore

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il ricordo dell’ex sindaco di Morazzone Emilio De Bernardi, scomparso mercoledì 30 agosto, firmato da Giovanni De Rosa, ex consigliere comunale.

L’ho appreso sfogliando Varese News, nel pomeriggio, ed era una notizia che proprio non mi aspettavo di leggere, perché solo l’altro ieri l’ho incrociato, in forma, in via XXVI Agosto, diretto verso il centro. Emilio De Bernardi, il “Sindaco” per eccellenza ci ha lasciati a 92 anni, lucido da far invidia, come lucida, chiara, evidente è l’ impronta di “persona per bene” e “amministratore capace e disinteressato” che lascia impressa ovunque a Morazzone.

Ho avuto l’onore di sedere con lui in consiglio comunale per tre consiliature: nella prima ( dal 1980 ) eravamo entrambi consiglieri comunali e sindaco era il professor Belli, nelle successive Emilio de Bernardi è stato sindaco ed io consigliere comunale di opposizione.
Si era nella prima Repubblica, vituperata, ma anche rimpianta, proprio grazie a quella generazione di amministratori e politici di cui Emilio ha fatto parte con grandissima dignità e umanità.
Già, l’umanità che oggi pare morta e seppellita in fondo al mediterraneo insieme ai migranti a cui non sappiamo dare accoglienza…perché ci si è indurito il cuore.
Umanità sepolta sotto le macerie e il fango di una politica troppo spesso cialtrona o interessata solo al potere, ricercato come fine ultimo o mezzo piegato solo al proprio venale tornaconto.
Appartenevamo a due generazioni diverse, Emilio ed io, e militavamo in aree politiche opposte, in un periodo in cui lo scontro tra la sinistra e la DC– morti Moro e Berlinguer – era spesso aspro, talvolta eccessivamente aspro.
Eppure la percezione che lui fosse caratterizzato da una grande onestà intellettuale e la certezza che non avesse interessi personali da difendere, non avesse scheletri nell’armadio, non avesse padroni a cui rendere conto, se non a Dio e alla sua coscienza lo rendeva ai miei occhi di giovane consigliere comunale un’autorità da rispettare, di cui criticare e combattere scelte che ritenevo sbagliate, ma farlo nel rispetto dei diversi ruoli e della persona.
Ma soprattutto guardavo a lui come ad un “signore perbene” a cui un sorriso dolce illuminava sempre il volto; e non era un vezzo ma il riflesso di una nobiltà d’animo autentica.

Nobiltà d’animo e capacità amministrative, che hanno fatto registrare in me momenti di grande emozione e il piacere di condividere alcuni progetti importanti, anche come opposizione, e almeno una volta ad approvare all’unanimità un bilancio di previsione.
Non ricordo a quale anno quel bilancio si riferisse ricordo però che quella sera, dopo un’ampia discussione, come capogruppo della minoranza, annunciai emozionato che l’opposizione avrebbe votato a favore, ma che io non avrei potuto prendervi parte perché alle 24,00 dovevo lasciare l’Aula e correre a recuperare mio figlio, allora adolescente, al termine di un concerto alla Schiranna. Il sindaco De Bernardi, pur di festeggiare insieme l’approvazione unanime del bilancio, non esitò un attimo a far votare la modifica dell’ODG dei lavori, così il voto venne anticipato ed io potei parteciparvi.

Ricordo l’entusiasmo, la sensibilità e la generosità con cui accolse, nel 1990, la proposta di Carlo Poretti, Alberto Mazzucchelli (e altri, tra cui il sottoscritto) di contribuire ad una raccolta di fondi per la costruzione di un ospedale ad Ayamè in Costa d’Avorio (altro che gemellarsi con l’Ungheria di Orban! )
E che dire della marcia per la Pace contro la prima guerra del Golfo (1990/1991 indetta e organizzata all’unanimità dal consiglio comunale ed a cui partecipò gran parte dei morazzonesi.

Mi dispiace, Emilio, te ne sei andato troppo presto, troppo in fretta, ancora troppo lucido …anche nel giudicare la situazione attuale. Anche in questi ultimi anni ci siamo incontrati spesso lungo le poche traiettorie delle tue passeggiate a piedi (verso piazza S. Ambrogio o dalla parte opposta, verso il cimitero ove andavi a far visita alla tua cara moglie) e non erano rari i momenti della nostalgia nei ricordi comuni ma anche quelli delle riflessioni sul presente. Quei momenti mi mancheranno. Mancheranno a molti, come ci manchi tu.
Riposa in pace.

Giovanni De Rosa

Giovanni De Rosa

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Agosto 2017
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