Nature Urbane, Cecchi: “ecco la mia verità”

L'assessore alla Cultura ricostruisce in Commissione la vicenda del festival del paesaggio: "Ho chiesto questa riunione per rispondere con dati e fatti alle polemiche"

Eventi

Una riunione della commissione cultura chiesta dall’assessore Roberto Cecchi per chiarire la vicenda Nature Urbane, si è svolta venerdì 8 giugno.  Una riunione che era stata richiesta dalle minoranze, in particolare – anche attraverso i media, Varesenews compreso – dal consigliere Longhini.

In una sala Giunta che conteneva non solo i consiglieri e i delegati previsti dalla commissione (assenti solo Maria Paola Cocchiere, Stefano Malerba e Gaetano Iannini) ma anche altri partecipanti, come il sindaco Davide Galimberti o il presidente di Varese 2.0 Angelo del Corso, l’assessore alla cultura del comune di Varese ha presentato una relazione che ha ricostruito tutta la genesi di Nature Urbane.

NATURE URBANE, RACCONTATE DA CECCHI

«Ho chiesto a Sindaco e al presidente di commissione questa riunione per rispondere con dati e fatti, e in una sede istituzionale, così da evitare qualunque tipo di spunto polemico – ha premesso l’assessore alla cultura Roberto CecchiHo letto sulla stampa che Nature Urbane era secretata, che non si era a conoscenza di nulla, che è stato attuato lo scippo di un progetto e non c’era chiarezza sui costi. Per di più, tutto questo veniva appaiato alle vicende di Varese 2.0,senza che si capisse il perchè. Per chi conosce le vicende, c’è da sorridere, per chi non conosce la situazione la cosa può apparire allarmante».

La giunta Galimberti
Roberto Cecchi

Dopo questa premessa, Cecchi ha cominciato a raccontare la sua storia di Nature Urbane, e per farlo ha  mostrato volta per volta i documenti ufficiali – verbali, determine e conti – che riguardavano la questione, precisando innanzitutto che «Il festival è nato da uno spunto del progetto di condivisione, poi diventato piano di rilancio turistico della città, che abbiamo chiamato Varese & Natura:  da li si scopre che Nature Urbane non è di nessuno, è una stratificazione culturale che parte dagli anni 80. Non ho rubato nulla a nessuno: l’argomento della riscoperta del paesaggio di Varese era già dibattuto da anni, il sindaco ha dato l’impulso, l’assessore ha eseguito, il vicesindaco ha partecipato».

TUTTI D’ACCORDO (ALL’INIZIO) PER L’EDIZIONE 2018

Chiarita in questo modo la genesi di Nature Urbane, Cecchi è passato a spiegare i passi dell’edizione 2018: «Della seconda edizione ne abbiamo parlato, secondo il verbale di giunta del 23 gennaio 2018, ad inizio anno. Nel verbale è evidente il fatto che sia stato votato da tutti: e a quell’epoca la votazione si era basata sul fatto che il festival sarebbe stato replicato più o meno come nel 2017. Essendo tutti d’accordo, gli uffici hanno incominciato a lavorare»

UN INCONTRO CHE CAMBIA LE PROSPETTIVE

Il 20 marzo 2018: «Sono stato invitato a partecipare a una riunione politica con componenti della maggioranza per illustrare il progetto Nature Urbane 2018, A quella riunione hanno partecipato il sindaco, il vicesindaco, il presidente della commissione cultura Laforgia e il vicepresidente Spatola e Chicco Colombo. In quella occasione il piano è stato contestato alla radice: perchè il festival “non era andato cosi bene”, perchè “la gente era sempre la stessa”, perchè “erano venuti solo varesini”. In quella serata Zanzi ha invitato Colombo a esibire un altro programma, non mi è chiaro se complementare o alternativo a quello presentato dall’assessorato: prevedeva 6 eventi, tutti dedicati ai bambini. Li respinsi in toto, perchè non ero d’accordo che il festival fosse rappresentato solo da realtà artistiche locali».

LA GIUNTA DEL “NO”

Ala fine arriva la giunta del 15 maggio, quella che deve approvare il prefestival: «Lì il progetto di Nature Urbane mi viene contestato, dicendo da una parte che quel progetto “Non è il frutto di un lavoro collegiale: senza l’adeguato e auspicato contributo e confronto delle parti potenzialmente interessate si sono decisi i programmi di massima, le finalità, la scelta degli eventi“ e dall’altra che “Nulla si sa, se non in modo vago e fumoso. Non è sostenibile giungere a quattro mesi dall’evento principale senza avere dettagli precisi sui programmi delle giornate autunnali, sui costi e relative ripartizioni e sulle motivazioni che porteranno alla scelta degli attori delle giornate” Sono frasi – continua Cecchi – Secondo me contraddittorie che Zanzi ha chiesto di mettere a verbale, insieme al suo voto contrario. Tutto questo a 5 giorni dal prefestival, che si sarebbe svolto a partire dal 20 maggio»

QUANTO COSTA NATURE URBANE

In conclusione della relazione, sono poi arrivati anche i numeri, attraverso due tabelle protocollate presentate dall’assessore: in esse si nota uno stanziamento totale di circa 190 mila euro, poco meno di 20mila in più della prima edizione, comprendendo però le iniziative del prefestival Nature Urbane PopUp.

La tabella con le voci più particolareggiate mostrata dall’assessore vede poco meno di 30mila euro stanziati per Nature Urbane Pop Up, 90mila euro circa per il festival di settembre, 40mila dei quali in eventi, e poco meno di 70 mila euro di spese generali, tra le quali la voce piu impegnativa è la comunicazione, 40mila euro.

LE REAZIONI DEI CONSIGLIERI

Cecchi è stato a disposizione anche per le domande e le precisazioni dei consiglieri. Il primo a parlare è stato Chicco Colombo, per la prima volta partecipante come delegato della consigliera Elena Baratelli di Varese 2.0, che ha preso il posto di Valerio Crugnola in commissione.

Generico 2018
Chicco Colombo

Un intervento atteso, visto che Colombo era stato espressamente citato nelle relazione: «I miei ricordi non coincidono con quelli che ha riportato Cecchi: ricordo di essere stato invitato a una riunione per portare un contributo a Nature Urbane, che ho portato e non è andato evidentemente a segno. Si trattava di sei eventi, ma alla fine in una riunione seguente avremmo deciso di sceglierne uno solo. Non ritengo mai di avere mai detto che le realtà locali debbano entrare obbligatoriamente nel festival, anzi sono stato uno dei fautori dell’arrivo di artisti da fuori città. Non ho problemi, quello che considero un po’ frustrante è non avere potuto dare il mio contributo, con la mia esperienza che comprende anche festival di tutt’altra levatura. Per questo dico “avanti tutta” col festival, quello che contesto è che è mancato un gruppo di lavoro: e alla fine in questo festival fatico a vedere l’anima».

Il consigliere Marco Pinti ha una «Obiezione radicale sulla relazione di Cecchi: una relazione politica fatta in una sede istituzionale, che avrebbe preteso tutt’altre informazioni». Partendo da questo, le considerazioni del rappresentante della Lega sono altrettanto politiche: «Dopo quello che ho ascoltato, diciamo che prendo atto che c’è una crisi nella maggioranza, che però dovreste risolvervi in giunta, non in questa commissione: niente di strano, abbiamo litigato anche noi (quando erano in maggioranza, nelle amministrazioni precedenti, ndr) tante volte, ma questo non deve pregiudicare la macchina dei lavori».

Una affermazione corretta subito dal sindaco Davide Galimberti: «Non è una crisi politica: ci sono semplicemente visioni diverse su una iniziativa politica importante. Perchè tutti hanno riconosciuto l’importanza dell’iniziativa».

Simone Longhini, le cui dichiarazioni hanno dato “il via” a questa riunione,  invece ha sottolineato come «Fino ad adesso c’è stato un convitato di pietra: il vicesindaco Zanzi, che nella precedente commissione era presente. Una presenza che in questo caso sarebbe stata interessante». E ha ricordato: «Qui tifiamo tutti per Varese, e se sarà un successo per la città noi saremo tutti qui a gioire. Ma i suggerimenti degli operatori e degli stakeholder della città varrebbe la pena ascoltarli: forse questa mancanza c’è stata, ma in futuro potrà essere superata».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 09 Giugno 2018
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